Se le montagne valdobbiadenesi potessero parlare avrebbero tanto da raccontare. Quasi un secolo fa la neve cadeva fitta e ricopriva ampiamente, durante i lunghi e freddi inverni, i declivi e le valli dei Monti Cesen, Pianezze e Barbaria.
Già a cavallo degli anni Trenta e Quaranta, gli abitanti di Valdobbiadene si appassionarono allo sci.
Durante i fine settimana numerosissime famiglie erano solite salire in montagna per divertirsi: nessun maestro di sci, nessuna scuola, solo il piacere della discesa. Ai piedi quanto di più lontano dagli sci d’oggi: all’epoca erano strumenti rudimentali, pesanti e massicci, fatti a mano e legati con quel che capitava.
Qualche tempo più tardi, all’alba degli anni Cinquanta e più precisamente nel 1951, venne fondato lo Sci club di Valdobbiadene, destinato in breve tempo a diventare glorioso, tanto per i risultati agonistici quanto per il numero di soci.
Numerosi furono i fondatori di questa storica associazione: Angelo Candiani, primo presidente, Bepi Mionetto, Mario Vettorazzo, Guido Gatto e Flavio Geronazzo.
Preziosa l’opera di Floriano Canello, grazie alle cui foto è possibile rivivere la spensieratezza di quel periodo.
Successivamente dopo Candiani, si susseguirono nell’ordine i seguenti presidenti: Francesco Gerlin, Giampiero Sonda, Dino Baratto, Floriano Curto, Italo Comarella, Nino Collavo, Francesco Agnolazza, Luigi Anselmi, Luciano Murer, Eddi Bortolin, Orazio Selvestrel e Stefano Bronca.
L’anno che segnò un profondo cambiamento in positivo per tutto il mondo sciistico locale fu il 1963 quando nacque il primo ski-lift, grazie soprattutto all’idea dei fratelli Sartorelli e di Giampiero Sonda.
Finalmente le montagne valdobbiadenesi poterono competere con le vette limitrofe famose per le attività sciistiche, come Cansiglio e monte Avena. La posizione del primo impianto ski-lift non fu casuale e fu proprio grazie a Sonda che venne scelto il punto esatto dove la neve cadeva più copiosa, ossia al Buri.
Nel 1968 poi sulle Prese venne installata una modernissima seggiovia e sulle piste del Barbaria gli ski-lift furono addirittura tre: sono gli anni d’oro dello Sci club, che arrivò a contare fino a 360 soci.
“Per quasi quindici anni avvenne il miracolo – afferma Gianpiero Sonda -. Grazie all’impegno di molti, durante i mesi invernali ma non solo, la montagna valdobbiadenese si trasformò in una vera e propria località turistica, presa d’assalto dalla popolazione locale e non”.
“Molti valdobbiadenesi impararono così a sciare – prosegue – e venne aperta una scuola di sci, con due maestri ufficiali: Silvio Baratto e Alessandro Berton, coadiuvati da istruttuttori locali e istituite varie competizioni, come ad esempio i giochi della gioventù; da li in avanti molti giovani si iscrissero in massa divertendosi e appassionandosi a questo meraviglioso sport”.
Furono numerosi gli atleti lanciati negli anni, anche grazie a questi impianti e a queste storiche discese, solo per citarne alcuni: Piero De Broi, 10 titoli di campione italiano oltre a 4 titoli di campione veneto, e sua figlia Tiziana, 3 titoli di campionessa italiana nello sci di fondo.
Tra gli altri figurano anche gli ex presidenti Giuseppe Anselmi, figlio di Luigi Anselmi, uno degli ex presidenti dello Sci Club e vice presidente nazionale della Fisi, 3 titoli di campione italiano oltre ad altri numerosi premi, e atleti come Ivana e Silvio Canello tutti valdobbiadenesi.
Nello sci alpino molti giovani atleti del gruppo parteciperanno a numerose gare a carattere provinciale e regionale e una decina di loro diventeranno in seguito maestri di sci.
Purtroppo però, dopo un decennio ricco di gioie e soddisfazioni, giunse l’anno 1985 e la chiusura definitiva degli impianti.
“Quell’anno – conclude Sonda – avvenne la scadenza tecnica e ci fu l’ordine da parte della Motorizzazione civile di chiudere definitivamente. Si tentò fino all’ultimo di creare una società pubblico-privata con lo scopo di rifare le strutture, ricorrendo anche a diverse proposte, ad esempio l’innevamento artificiale, ma le problematiche sfortunatamente erano troppe”.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Gianpiero Sonda).
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