Gli orfani della “Mummy&Daddy onlus” commuovono Valdobbiadene, un viaggio nella realtà dell’India

“Sogno un mondo dove possiate ridere, danzare, cantare, vivere in pace ed essere felici”: questo il pensiero di Johnny Care, ex ospite di Daddy’s Home, l’orfanotrofio sostenuto dalla “Mummy&Daddy onlus” in India, per tutti i bambini del mondo.

Sono stati proprio degli orfani come Johnny, anche se non presenti fisicamente all’iniziativa, i protagonisti della serata di ieri, venerdì 14 giugno 2019, alla cantina “Fasol e Menin” di Valdobbiadene.

Un’occasione preziosa per conoscere le attività e i progetti della “Mummy&Daddy onlus”, un’associazione di Caerano San Marco che presta la sua insostituibile opera di volontariato dentro una struttura che ospita centinaia di orfani di una città dello stato indiano dell’Andhra Pradesh, nel sud dell’India.

I volontari dell’associazione hanno accompagnato il pubblico presente in un viaggio immaginario dentro la Daddy’s Home, l’orfanotrofio che sostengono, grazie alla lettura e al commento di alcune testimonianze scritte riguardanti le esperienze vissute dai membri della “Mummy&Daddy” a contatto con gli ultimi degli ultimi: bambini innocenti che hanno perso tutto e che non hanno mai ricevuto amore, protezione ed affetto da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro.

“Cara India – si legge da un frammento della testimonianza della volontaria Angelica d’Aloja – ti devo dei ringraziamenti. La tua bruttezza, le tue strade sporche dove spesso ho rischiato la vita e dove migliaia di bambini vengono abbandonati e sfruttati, dove il peggio della natura umana si manifesta”.

“Dove neonati che non hanno chiesto di venire al mondo vengono abbandonati subito dopo essere stati partoriti dalla loro mamma, una mamma che non può neanche essere incolpata perché non ha avuto un’educazione o perché, a sua volta, ha ricevuto lo stesso trattamento dai suoi genitori”.

“Cara India, questa tua cruda realtà mi devasta ogni volta che ti vengo a trovare ed è straziante rendersi conto che la natura umana è più legata al bisogno di sopravvivere piuttosto che all’amore incondizionato che tutti sdoganano come se fosse il segreto della pace nel mondo”.

“Cara India – prosegue la lettera – mi hai fatto capire che la sopravvivenza è più importante di tutto, che pur di avere un pezzo di pane e non morire di fame l’essere umano si dimentica di un buon compagno, persino di un figlio, e preferisce vivere pieno di sensi di colpa perché quelli tanto ce li abbiamo tutti.

“In India, e in qualsiasi altro paese del terzo mondo, questa realtà è quasi palpabile, inevitabile e spaventosa. Noi volontari veniamo colpiti in faccia da questa tua personalità così drammatica, esattamente come lo schiaffo della vita quando ti ritrovi a vivere da solo per la prima volta e ti chiedi: posso tornare indietro? Ma chi me l’ha fatto fare? Stavo meglio a non sapere?

Quanto è vero. Si stava meglio a non sapere vivendo nell’ombra. Infatti, non si dice forse che l’ignorante viva meglio? Eppure, io penso che lui, l’ignorante, viva solo a metà.”

“Per questo motivo – conclude la volontaria di “Mummy&Daddy onlus” nella lettera – nonostante questo mio sfogo nei tuoi confronti, sappi mia cara India che ti sarò eternamente grata per avermi fatto aprire gli occhi e avermi mostrato il mondo per quello che è. Solo adesso penso di vivere davvero”.

Per i volontari dell’associazione di Caerano San Marco, quindi, non è possibile capire veramente la vita senza incontrare la sofferenza e sperimentare le ingiustizie di Paesi come l’India, emblema indiscusso delle più grandi contraddizioni e dei più forti contrasti che si possono trovare nel mondo.

Sfarzo e miseria, spiritualità e materialismo disarmante sono solo alcuni degli ingredienti che identificano il subcontinente indiano.

Nella serata di ieri, grazie alla danza indiana della danzatrice indiana Shirly Cossettini, accompagnata dal musicista Riccardo Lotto, grazie ai piatti indiani che hanno incontrato il Valdobbiadene Docg in un clima favorevole e in un’atmosfera da “mille e una notte”, è emerso un messaggio chiaro.

Il volontariato è capace di arricchire umanamente chi si avvicina ad esso senza sperare in gratificazioni particolari ma con la sola ed unica volontà di donare parte del proprio tempo e delle proprie energie per venire incontro alle esigenze del prossimo.

I problemi dell’India non sono stati risolti dalla “Mummy&Daddy onlus” o da altre associazioni simili e, molto probabilmente, non saranno mai risolti. Questo, però, non deve scoraggiare chi sente dentro di sé la vocazione per lo slancio volontaristico, un aspetto della vita capace di dare un senso al nostro percorso su questa terra.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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