Gli studenti della Dieffe “ritornano” a scuola: una classe alla volta racconta l’esperienza con il lockdown

Dopo più di cento giorni, alcuni ragazzi della scuola di ristorazione “Dieffe-Piero Berton” di Valdobbiadene sono tornati a scuola tra imbarazzi, incertezze ma, soprattutto, tanta voglia di rivedersi.

A partire da mercoledì 3 giugno 2020, una classe alla volta tornerà a scuola, nel rispetto delle misure per il contrasto alla diffusione del Covid-19, per condividere con il dirigente scolastico Alberto Raffaelli e con i professori quanto fatto a casa in questi mesi di isolamento forzato.

Un’iniziativa davvero originale, resa possibile grazie alle precauzioni prese dall’istituto che ha previsto che gli incontri si svolgano solo negli spazi del grande salone della scuola di ristorazione, dove è molto agevole garantire le distanze di sicurezza.

È stato davvero emozionante vedere la prima classe di ragazzi dopo tutto questo tempo – ha spiegato il dirigente scolastico della “Dieffe-Piero Berton”, Alberto Raffaelli – Ci hanno raccontato quello che hanno fatto in questi mesi. Molti di loro hanno realizzato dei video e si sono cimentati nella preparazione di piatti davvero sfiziosi, mettendo in pratica quello che hanno imparato da noi”.

“Inoltre – racconta il dirigente scolastico Raffaelli – abbiamo proposto loro dei quiz di attualità per vedere se fossero rimasti in contatto con il mondo che li circonda. Alla fine dell’incontro abbiamo mostrato ai ragazzi un video del direttore d’orchestra Ezio Bosso, morto poco tempo fa, per far vedere come sia stato capace di affrontare la malattia con tutta la sua vitalità”.

Ci siamo incontrati in sicurezza – conclude – e tutti gli studenti hanno indossato la mascherina. Fortunatamente l’ampio salone del nostro istituto ci ha permesso di ritrovarci garantendo le distanze di sicurezza nel rispetto di quanto indicato dai provvedimenti regionali e nazionali emanati in queste settimane. Abbiamo dato ai ragazzi anche qualche consegna per l’estate (libri da leggere) ma la cosa più bella è stata quella di osservarli dopo tutti questi mesi di lontananza: la loro emozione si toccava con mano”.

Lo scollegamento dei giovani italiani dal mondo delle relazioni che si instaurano tra i banchi di scuola è una ferita che li segnerà per un po’di tempo.

La tecnologia ha aiutato molto a mantenere i contatti ma i giovani hanno sofferto molto il fatto di non potersi vedere direttamente per vivere le esperienze che ogni ragazzo della loro età deve sperimentare per crescere in modo equilibrato.

Per questo, si può dire che l’iniziativa della “Dieffe-Piero Berton” di Valdobbiadene faccia scuola in tutto il territorio.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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