Oggi siamo tutti più piccoli, gli appassionati di ricerca storica e di giornalismo in particolare: questa mattina se n’è andato il professor Giancarlo Follador.
Settantatré anni, era nato a Santo Stefano di Valdobbiadene nel 1950, laurea in Lettere e insegnante di applicazioni tecniche (oggi Tecnologia, ndr) per 37 anni alla scuola media “Efrem Reatto” di Valdobbiadene.
Follador aveva dedicato la sua vita alla ricerca storica locale e alla valorizzazione delle tradizioni agricole dell’Alta Marca, “aprendo la strada” a ricerche arrivate molto tempo dopo. Aveva infatti curato libri di approfondimento minuzioso per tanti Comuni e paesi della Marca Trevigiana, per citarne soltanto alcuni: Alano di Piave, Codognè, Covolo, San Giovanni, San Pietro di Barbozza, Valdobbiadene, Vas, Belluno, San Fior, San Vendemiano e Vidor. Molti i suoi saggi sul Seicento, il Settecento e sul Risorgimento della provincia di Treviso, pubblicati dalla rivista di studi vittoriesi “Il Flaminio” e su molte altre.


Ma il professor Follador non era solo questo. Persona sempre “sul pezzo”, con più quotidiani in mano ogni mattina, era giornalista pubblicista e collaborava con vari periodici e giornali cartacei del Quartier del Piave. Penna pungente, non risparmiava critiche nel raccontare i fatti senza fronzoli, campanilismi o “sviolinate”, un giornalismo d’inchiesta sempre attento alle “zone grigie” in campo educativo, storico, culturale, agricolo, turistico.
Dopo la pensione si era dedicato anima e corpo alla coraggiosa scelta di vita della sua famiglia: nel 2007 l’abbandono della coltivazione tradizionale e l’adozione del biologico, prima, e del biodinamico, poi, nelle rive del Cartizze e Valdobbiadene docg insieme alla fermentazione spontanea dei vini, mettendo a punto una nuova cultura del rispetto per il territorio, un ritorno alle origini sicuramente scomodo e difficoltoso ma, al tempo stesso, innovativo e coraggioso che Giancarlo ha condiviso con i figli Alberta e Silvano.
Per tutti “il professore”, Follador mancherà soprattutto a coloro che avevano ricevuto la sua stima e il suo rispetto, non era così semplice “meritarseli”, bisognava “sudarseli” a lungo ma, una volta ottenuti, Giancarlo era pronto ad accoglierti in casa e condividere la sua grande cultura – mai sbandierata – insieme un'”ombra” dell’unico vino prodotto dall’azienda agricola, l’extra brut. “Ho solche questo”, diceva scherzando, “chel te piase o no”.
La comunità di Valdobbiadene, gli amici affezionati e tante persone si stringono oggi alla moglie Tiziana, ai figli Alberta con Lorenzo e l’affezionato nipote Sebastiano, Cristiana e Silvano e all’intera famiglia Follador in questo momento di grande dolore.
Il funerale sarà celebrato giovedì 27 luglio alle ore 10.00 nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
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