Il personale del Guicciardini ringrazia con uno striscione Valdobbiadene e la Protezione civile. Bottacin: “Orgogliosi di questo esercito di pace”

“Il personale del Centro Accoglienza Covid – ospedale Guicciardini saluta e ringrazia Valdobbiadene e la Protezione civile”: questo il contenuto del grande striscione appeso al quinto piano dell’ex ospedale di Valdobbiadene per ringraziare il paese e tutti i volontari impegnati durante l’emergenza sanitaria.

Nella cerimonia pubblica di oggi è stato difficile trattenere le lacrime quando le autorità presenti hanno ricordato il grande lavoro svolto nei mesi più duri della pandemia, dove Valdobbiadene non si è tirata indietro e ha mostrato il volto più umano della sua comunità.

Una realtà nella quale per alcuni mesi sono entrati a far parte anche i giovani infermieri neolaureati alla prima esperienza di lavoro, che sono stati a stretto contatto con i pazienti Covid ricoverati nell’ex ospedale di Valdobbiadene.

Nel suo discorso davanti alle autorità e ai volontari della Protezione civile Ana e dell’Avab di Valdobbiadene e Pederobba, Aldo Lorenzon, referente tecnico del Guicciardini, ha ricordato la vicinanza della popolazione e dell’amministrazione comunale di Valdobbiadene al personale dell’ospedale.

“È stata un’avventura drammatica – ha affermato Lorenzon – Oggi, dopo sei mesi di attività, chiude il centro di accoglienza Covid di Valdobbiadene. Questo ospedale è stato riattivato lo scorso anno in emergenza dopo 20 anni di chiusura e dobbiamo dire che ha risposto bene nonostante qualche acciacco dovuto all’età della struttura. Alcuni ragazzi che hanno lavorato in questo reparto hanno fatto la loro prima esperienza lavorativa che ricorderanno per il resto della loro vita”.

La coordinatrice infermieristica Nadia Cavalli ha sottolineato che è proprio nelle situazioni difficili, imprevedibili e complesse che si sviluppa un senso di solidarietà e di appartenenza al gruppo e così è stato a Valdobbiadene.

In questi mesi l’ex ospedale del paese ha accolto 222 pazienti di un’età che andava dai 40 ai 100 anni, con l’eccezione di un ragazzo di 19 anni, che sono stati ricoverati per un minimo di due giorni fino ad un massimo di 38 giorni.

I decessi nella struttura sono stati 5 mentre 39 pazienti sono tornati in ospedale per l’aggravamento delle loro condizioni cliniche.

La maggior parte dei pazienti era in ossigenoterapia e una quarantina erano completamente allettati.

La coordinatrice infermieristica Cavalli ha ringraziato la direzione strategica, il servizio delle professioni sanitarie, la centrale operativa territoriale dei tre distretti dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, soprattutto quella di Montebelluna, l’ufficio tecnico, la dottoressa Paola Paiusco, i medici Usca, i medici liberi professionisti e il gruppo degli infermieri e degli oss oltre ai volontari della Protezione civile.

La giovane infermiera Sofia Perencin ha raccontato commossa la sua prima esperienza di lavoro al Guicciardini, definito una vera e propria casa per 6 mesi, evidenziando l’importanza dei rapporti umani e le varie difficoltà, senza dimenticare il sorriso dei pazienti dimessi e lo sguardo di conforto che ci si scambiava con gli occhi tra colleghi.

“Io faccio sempre questa similitudine militare – ha affermato l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin – Le guerre si vincono con le truppe d’assalto, in questo caso i medici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari, ma anche con i battaglioni e i reggimenti logistici che in questo caso erano rappresentati da tutti i volontari della Protezione civile che si sono spesi regalando 241 mila giornate di lavoro alla collettività a titolo gratuito, cosa che non ha eguali in Italia”.

L’assessore alla Protezione civile della Regione Veneto, dopo aver detto di essere orgoglioso di avere questo “esercito di pace”, ha aggiunto che quando i direttori generali delle Ulss del Veneto hanno chiesto più posti letto, lui ha insistito con il presidente Zaia dicendogli che, anziché creare qualcosa di nuovo da zero, sarebbe stato meglio riaprire sei ex ospedali della Regione.

Nel suo intervento l’onorevole Angela Colmellere ha sottolineato che i volontari non vanno avanti a slogan ma con cose concrete mentre il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, ha ringraziato i volontari e il personale sanitario per aver salvato delle persone e aiutato delle famiglie a rivedere i propri cari.

Il sindaco Luciano Fregonese ha detto di essere orgoglioso della sua comunità mentre Paola Roma, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss2 Marca Trevigiana, ha sottolineato lo spirito di squadra dimostrato nella pandemia dalle varie amministrazioni comunali, dalle Forze dell’ordine e da tutte le istituzioni sotto l’attenta regia della Regione.

Alla fine della cerimonia, sono intervenuti anche Luigi Damin, coordinatore della Protezione civile della sezione Ana di Valdobbiadene, e Cristian Tessaro, presidente dell’Avab di Valdobbiadene, insieme a Bruno Crosato, coordinatore della Protezione civile Ana della sezione di Treviso, per un saluto e per ricordare il grande lavoro fatto da tutti i volontari nella pandemia.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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