La scorsa domenica la comunità di San Vito ha salutato padre Gianromano Gnesotto, che ora andrà a Padova a dirigere l’Ufficio Diocesano Migrantes (Pastorale dei Migranti) e a seguire una parrocchia vicina alla città del Santo.
I parrocchiani hanno voluto ringraziare il sacerdote per il suo impegno a San Vito con un messaggio molto toccante.
“La notizia di questo cambiamento ci dà modo di riflettere sul significato del tempo trascorso insieme – scrivono dalla parrocchia – Percepiamo in questi momenti sentimenti contrastanti: la meraviglia, la gratitudine, il dispiacere del distacco e del vuoto, la speranza. La meraviglia perché comprendiamo come la continua presenza nella vita della parrocchia di sacerdoti sia un autentico miracolo. La gratitudine verso il Signore perché ha creato per noi persone che con il loro amore hanno offerto tutta la loro vita”.
“Grazie don Gianromano per averci dedicato alcuni anni della tua vita – continuano – Grazie per l’impegno nelle varie liturgie, nei momenti più intensi dell’anno, in cui ci invitavi a partecipare e a prepararci: alle novene, alle preghiere comunitarie, alle adorazioni eucaristiche. Grazie per esserti inserito con sensibilità e molto tatto, adattandoti alle persone e ai caratteri diversi nelle varie realtà che rappresentano la nostra comunità”.
I parrocchiani hanno ringraziato il sacerdote anche per i tanti momenti di gioia vissuti insieme e per la vicinanza nei momenti di grande sofferenza.
“Grazie per quanto hai potuto arricchire con la tua partecipazione nei vari gruppi, il coro, le gite, le partecipazioni con il gruppo alpini, il centro Don Turra, i catechisti, i giovani, il consiglio parrocchiale ed altri – aggiungono – Non possiamo non ricordare quel periodo tragico di cui oggi viviamo ancora gli strascichi, della chiusura delle chiese per la pandemia. Hai voluto che la messa fosse comunque presente nelle nostre famiglie e, grazie alla tua iniziativa con l’aiuto di alcuni amici, ci hai portato la Santa messa nelle nostre case, grazie alla tecnologia che oggi abbiamo a disposizione, dalla cappellina del nostro Santuario, la nostra Comunità si sentiva così unita nello spirito della celebrazione eucaristica”.
“Altro suggerimento di Papa Francesco è quello di utilizzare la parola ‘scusa’ in famiglia, e la comunità parrocchiale è come una famiglia – proseguono – Scusa allora per tutte quelle volte che non siamo stati in grado di rispondere alle tue aspettative. Scusa per le talora scarse partecipazioni alle liturgie che tu con tanta attenzione preparavi. Scusa per i nostri caratteri talvolta difficili da sopportare, per tutte le nostre mancanze e le delusioni che sicuramente talvolta avrai provato e sopportato. Occorre dire che non ci facevi pesare mai i nostri difetti e continuavi comunque il tuo impegno con serenità e sempre con entusiasmo e fiducioso nell’intervento dello Spirito Santo”.
“Ogni distacco è fonte di preoccupazione e di incertezza perché modifica ed interrompe relazioni umane stabilite nel tempo – concludono – Sei stato pastore della nostra comunità, hai imparato ad amarla, hai instaurato legami con le persone, che rimarranno comunque vivi nel tempo. Tutti noi ti auguriamo di trovare sempre fedeli pronti a collaborare generosamente e siamo certi che l’amicizia formatasi e cresciuta in questi anni non potrà essere diminuita né dal tempo né dalla distanza fisica, perché ci unisce la cosa più preziosa: l’impegno ad accogliere ed amare, in ogni nostra giornata, la presenza e la volontà del Signore. Non mancheranno le nostre preghiere per sostenerti in questa nuova esperienza”.
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