L’antico mestiere del calzolaio resiste a Valdobbiadene grazie a una donna: l’avventura di Cinzia Tessaro

“Le cose si metteranno a posto”: se a pronunciare queste parole è chi fa di professione il calzolaio, quindi si occupa di riparazioni ridando vita a scarpe e altri oggetti, allora si può pensare ad un approccio diverso quando ci si concentra sulle evidenti difficoltà economiche che stanno vivendo tante attività commerciali e artigianali a causa dell’emergenza Coronavirus.

È stata Cinzia Tessaro, la calzolaia di Valdobbiadene, a lanciare un messaggio di ottimismo per la sua categoria ma anche per tutti gli esercizi commerciali e gli artigiani dell’Alta Marca Trevigiana che si sono rimboccati le maniche per ripartire con ottimismo con le loro attività.

Nel piccolo laboratorio di viale della Vittoria a Valdobbiadene, Cinzia Tessaro ha messo tutta la sua passione e la sua fantasia per un lavoro che le dà tante soddisfazioni facendola rientrare a casa la sera consapevole di essersi guadagnata, con dignità e sacrificio, tutto quello che ha.

Un lavoro antico, quello del calzolaio, al quale Cinzia si è avvicinata per caso lavorando prima 10 anni con suo marito e poi, quando è rimasta vedova, altri 4 anni da sola, affrontando con coraggio e determinazione una sfida con se stessa che ha superato brillantemente.

FOTO CALZOLAIA

A causa del lockdown – spiega Cinzia Tessaro – ho chiuso il mio negozio lo scorso 12 marzo e ho potuto riaprire il 4 maggio. I primi 15 giorni dopo la riapertura non sono stati un granchè perché la gente non sapeva se avessi aperto e nell’insieme è stata un po’ una situazione di passaggio. Ora, nel complesso, non va proprio così male: non è come l’anno scorso ma non mi posso lamentare. Il calo c’è stato però dobbiamo pensare che forse le cose andranno meglio”.

“Ora la gente recupera tante cose – prosegue la calzolaia di Valdobbiadene – ma non solo a livello di scarpe ma proprio in generale. Io preparo anche borse, cambio cerniere e cucio cose che non c’entrano niente con il calzolaio. Con le difficoltà economiche degli ultimi anni le persone, se riescono, recuperano tante cose. Io sono una calzolaia inventata perché ho sempre fatto la commessa e ho lavorato in negozio. Questo lavoro è stato un po’ un’avventura perché con mio marito Enzo facevamo la stagione al mare”.

“Per 23 anni abbiamo fatto la stagione estiva in un negozio a Caorle – aggiunge Cinzia Tessaro – mentre d’inverno mio marito per un periodo ha lavorato in una fabbrica e io in un negozio. Poi non lo hanno più chiamato al lavoro e lui mi ha chiesto cosa ne pensassi di aprire questo negozio a Valdobbiadene visto che aveva appena chiuso il calzolaio del paese. Io gli ho risposto che qualcosa sapevo fare, lui è andato da un amico a imparare alcune riparazioni e così abbiamo iniziato un po’ per scherzo anche se ormai sono passati 14 anni”.

“Visto che non sapevamo come sarebbe andata – conclude – non abbiamo comprato macchinari nuovi ma li abbiamo presi da un calzolaio di Feltre che è mancato. Sua figlia non sapeva cosa fare di quelle macchine e noi, quando abbiamo deciso di aprire, le abbiamo prelevate e un po’ alla volta abbiamo aggiunto altre cose in base alle necessità del lavoro. Io non sono nata per fare questo lavoro e ho fatto la commessa per tanti anni. Comunque, sono contenta di questo mestiere perché riesco a realizzare e creare perchè ci sono delle riparazioni che richiedono fantasia e dove devi metterci del tuo. Se uno non ha grandi pretese, questo lavoro ti permette di vivere bene”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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