In principio era il Prosecco, con radici affondate da secoli nella storia di un territorio e un recente passato di rinascita attraverso le due guerre mondiali. Dal 1969, poi, la sua denominazione diventa di origine controllata (Doc) e in quarant’anni – attraverso il lavoro di pionieri instancabili – conquista un successo mondiale diventando un vero e proprio fenomeno economico.
Fino ad ottenere nel 2009 anche la G di garantita (Docg) nella declinazione di Prosecco Superiore per distinguere l’area collinare dal resto del mondo, o meglio dell’universo Prosecco che da quell’anno gravita in 9 Province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Sembra però che presto il prodotto principe delle colline di Conegliano e Valdobbiadene – oggi iscritte tra i “paesaggi culturali” Patrimonio dell’umanità Unesco – possa cancellare per sempre quel binomio, finora indissolubile, che da sempre lo lega al suo territorio: nè Prosecco, nè Prosecco Superiore, ma solo Conegliano Valdobbiadene Docg.
È netta la presa di posizione della Confraternita di Valdobbiadene, il primo ente non religioso d’Italia che a partire dal 1946 si è occupato del rilancio e della promozione di una zona messa in ginocchio dal secondo conflitto mondiale, non fosse bastata la devastazione del primo.
Dati alla mano, tra la crisi delle giacenze in cantina e il crollo della percezione qualitativa dei consumatori, la Confraternita ha lanciato in questi giorni un’istanza, firmata dal Gran Maestro enologo Loris Dall’Acqua, per capire se le proprie preoccupazioni sullo stato di salute della denominazione Docg sono condivise anche dal territorio, e in quale misura.
Per questo sono state inviate a mezzo posta ben 2mila e 640 comunicazioni a tutti i soggetti interessati dalla filiera produttiva dei 15 Comuni dell’area Docg.
Cinque i punti oggetto dell’istanza per i quali la Confraternita chiede il parere del territorio in merito alla “tutela della denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg”, a cominciare da una chiara delineazione comunicativa dei confini dell’area storica.
Richieste quindi l’eliminazione del termine “Prosecco Superiore” dal Conegliano Valdobbiadene Docg, anche in etichetta, e quella del termine “Superiore” dal Valdobbiadene Cartizze Docg, fino alla riorganizzazione del Consiglio di amministrazione del Consorzio a favore di “aziende aventi interessi produttivi e commerciali prioritariamente alla denominazione”.
“Abbiamo ideato questa istanza – spiega il Gran Maestro Dall’Acqua nell’intervista esclusiva rilasciata a Qdpnews.it – perchè riteniamo sia la forma più democratica di espressione. Ci siamo rivolti indistintamente a tutti i soggetti per sentire l’opinione di tutti”.
(Fonte: Gianluca Renosto © Qdpnews.it).
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