La nuova vita del Guicciardini, emozioni di un volontario della Protezione Civile Ana: “Soddisfatti di aver risposto presente”

“Non è facile descrivere ciò che si prova a varcare la soglia di quello che è stato l’ospedale di Valdobbiadene, un punto di riferimento per la comunità, custode di preziosi ricordi. Non è facile perché, indubbiamente, riaffiorano alla mente emozioni ed immagini legate al passato. Non è facile perché siamo consapevoli della ragione per cui ci troviamo in questo luogo in questi giorni”.

Inizia così l’emozionante racconto di un giovane volontario della Protezione Civile alpina di Valdobbiadene, impegnato in questi giorni frenetici nel “risvegliare da un lungo letargo” il Guicciardini, l’ospedale dei valdobbiadenesi chiuso tra forti polemiche nel 1999 ed ora pronto alla riapertura.

“Noi volontari abbiamo risposto ‘Presente’ all’unisono, ci sembrava giusto e doveroso portare il nostro contributo in questa situazione di emergenza. Sabato eravamo tantissimi, mossi dallo stesso spirito, dalla stessa volontà di fare del bene e di renderci utili”.

“I lavori sono iniziati subito. Dapprima sono stati interamente svuotati i locali dell’edificio, in seguito sono iniziate le operazioni di pulizia e di sanificazione. Ci siamo suddivisi i vari piani e ad ognuno è stato affidato un compito. Successivamente abbiamo provveduto ad arredare ogni stanza con letti, comodini e quanto necessario”.

“Non sono mancati momenti molto emozionanti. Fa un certo effetto sapere che la maggior parte di noi è nata proprio in uno di questi piani. Sebbene non ce lo ricordiamo, è proprio tra questi corridoi che abbiamo passato i nostri primi istanti di vita. O ancora, da bambini, tutti noi eravamo affascinati dai pesci colorati dell’acquario posto nella sala d’attesa del piano interrato, dove c’era la radiologia”.

“Percorrere gli stessi corridoi, le stesse sale dove le nostre mamme infermiere hanno prestato servizio trenta, quarant’anni fa e sapere che quelle scale, quei muri sono stati eretti dai nostri nonni è un’emozione davvero unica”.

“Abbiamo lavorato sodo, uniti e coesi, mossi dallo stesso senso del dovere, dall’amor per il prossimo e per la nostra Italia”.

“Molti sono stati i messaggi d’affetto, stima, orgoglio e solidarietà che ci sono arrivati in questi giorni. Sappiamo quanto i valdobbiadenesi siano affezionati a questo ospedale, siamo contenti e soddisfatti di aver portato il nostro contributo. Prezioso anche il servizio di tutti i volontari e addetti al pranzo, un grazie anche a tutti coloro che in questi giorni ci hanno omaggiato di cibo e di vivande”.

“Il bene si fa ma non si dice” affermò il grande Gino Bartali, per un volontario è così sempre, senza se e senza ma, perchè per un volontario la mission impossible non esiste.

In questi giorni frenetici un centinaio di uomini e donne trevigiani ha risposto “presente” realizzando un miracolo: il miracolo Guicciardini. 

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Sezione Ana Valdobbiadene).
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