C’è una fiaba, un paese e un linguista. Ma soprattutto, c’è una storia che sembrava perduta e che oggi rinasce grazie alla passione di chi ha saputo ridarle voce.
Stiamo parlando di Ugo Angelo Canello, brillante studioso di linguistica nato a Guia di Valdobbiadene nel 1848 e tragicamente scomparso a Padova nel 1883, a soli trentacinque anni.
Era un accademico che scriveva in tedesco e francese, pubblicava con Zanichelli e insegnava Filologia Romanza e Storia comparata delle lingue neolatine all’Università di Padova.
Oggi, a riportare alla luce una parte poco conosciuta della sua ars, è un piccolo e affascinante libro artigianale. A raccontarci di questa rinascita è Flavio Nardi, titolare della libreria “La Pieve” di Pieve di Soligo, l’unica a distribuire l’opera: «Tutto è iniziato per caso, grazie a una mia scoperta. Conoscevo pochi dettagli di Angelo Canello, nonostante la piazza di Guia porti il suo nome e ci sia persino un monumento a lui dedicato. Scavando un po’, ho trovato tracce anche a San Pietro di Barbozza: fino a trent’anni fa, la scuola elementare era intitolata a lui. Poi, il tempo e la memoria hanno fatto il loro corso».
La vera scintilla è scattata con un documento linguistico rarissimo: una fiaba dei fratelli Grimm, “Il lupo e la volpe”, raccolta da Canello in una versione orale ascoltata da un’anziana di Guia e trascritta in un dialetto arcaico del Sinistra Piave.
«È uno dei pochissimi testi dialettali anteriori al Novecento di questa zona» spiega Nardi. «Un autentico documento storico e linguistico. Non si tratta solo di folklore, ma di un’operazione culturale di altissimo valore».
La fiaba compare in un suo saggio del 1877, Saggi di critica letteraria, in cui analizza la diffusione delle fiabe in Europa, includendo anche la versione raccolta nel suo paese natale.
Il progetto ha preso vita grazie alla collaborazione con l’illustratore Claudio Boatin, che ha curato le tavole per i vari episodi della fiaba, mentre Nardi si è dedicato alla traduzione in italiano.
«È stato un lavoro lungo e complesso. Il dialetto è cambiato completamente: le strutture sintattiche sono diverse, ma volevo dargli dignità e renderlo comprensibile».
Stampato in 150 copie a fine 2024, il libro è una piccola gemma: una fiaba presentata con un’originale impaginazione bilingue (italiana e dialettale), illustrata con uno stile artistico d’autore.
Un tassello prezioso di memoria linguistica e culturale che, grazie alla cura di chi sa ancora cercare nel passato le radici del presente, trova nuova vita in un libro piccolo ma dal significato profondo: capace di incantare i più piccoli con le immagini e la narrazione, e di sorprendere i grandi con la testimonianza di un dialetto che fu, e che pochi possono dire di conoscere davvero.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto: Qdpnews.it)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata