Nel pomeriggio di sabato 1° aprile l’ambasciatore della Repubblica Unita di Tanzania in Italia, Mahmoud Thabit Kombo, è arrivato a Valdobbiadene in occasione dell’inaugurazione di “Children of the Islands”, la rassegna fotografica di Patrick Comiotto.
Prima dell’impegno all’ex opificio della Villa dei Cedri, che ospita la rassegna fotografica, l’ambasciatore ha visitato la Colesel Spumanti e la Cantina Fasol Menin insieme al sindaco Luciano Fregonese, agli assessori Giorgia Falcade e Marco Miotto e alla presidente della Consulta per la Cultura di Valdobbiadene Lisa Comarella.
Alle ore 18 è iniziata l’inaugurazione di “Children of the Islands”, una raccolta fotografica e un progetto documentaristico, nato nel 2017, frutto di un viaggio in Tanzania tra Zanzibar, la rinomata isola con la sua capitale “Stone Town”, e Fanjove, un atollo parte di un arcipelago, formato da 5 isole chiamato Songo Songo che prende il nome dalla sua isola principale.
“Qui vivono i Matumbi – spiega Comiotto -, una piccola comunità di pescatori che, grazie al lavoro pluridecennale di Malcolm Ryen, conservatore ambientale e protagonista del documentario, tutela il preziosissimo e delicato ecosistema marino. Questa raccolta di immagini vuole mettere in risalto i ‘figli di queste isole’ e allo stesso modo vuole accentuare il contrasto tra la vita di ‘città’ (pur sempre in un’isola), con il clamore delle strade labirintiche di Stone Town a Zanzibar, e la pace ed il contatto con la madre terra. Contatto che in quella gente è ancora fortemente presente e tangibile”.
“L’esposizione fotografica ed il documentario raccontano il lavoro di Malcolm nell’arcipelago di Songo Songo – continua – e sottolineano l’importanza di trasmettere conoscenza e responsabilità nei confronti del nostro ambiente e verso tutte le specie che lo abitano. Malcolm ha trascorso il suo tempo insegnando alla gente del posto l’importanza della pesca ‘cosciente’, la gravità e la distruttività dell’uso di metodi aggressivi come l’utilizzo della dinamite”.
“Ha contribuito alla realizzazione delle prime BMU (Beach Management Units) in Tanzania – conclude – ottenendo un ottimo risultato quando queste sono state approvate dal governo. Oltre a questo, ha coinvolto la popolazione nella ‘pulizia’ della plastica, insegnando il concetto di inquinamento e l’importanza del ripristino stesso della barriera corallina (circa 10/12km), che si trova a poca distanza dall’arcipelago. Tramite le operazioni turistiche, nel corso del tempo sono stati finanziati progetti di conservazione delle risorse marine e aumentato il benessere delle comunità locali”.
L’obiettivo è ora quello di estendere il lavoro di conservazione da Fanjove a tutte le isole dell’arcipelago per creare una forte responsabilità ecologica tra la popolazione.
La mostra è supportata dall’Associazione di Promozione Sociale “Time Farm”, nata nel 2015 dalla volontà di un gruppo di persone disposte ad investire tempo in progetti socialmente utili, che persegue l’obiettivo di organizzare eventi artistico/culturali creando situazioni di confronto tra realtà del territorio ed esterne.
Tutte le sale dell’ex opificio di Villa dei Cedri accolgono 45 ritratti e un documentario, che racconta l’incredibile effetto positivo che la volontà di una sola persona può avere su un vasto territorio e la sua gente.
“È con profondo entusiasmo che accogliamo un progetto volto ad estendere l’importanza della salvaguardia di un territorio tanto meraviglioso quanto fragile – commenta l’assessore Falcade – La tutela e la conservazione degli habitat è un tema quanto mai attuale: anche il nostro paesaggio collinare, lavorato e ricamato nel corso di decenni dall’uomo e conosciuto oggi in tutto il mondo per il prodotto dato dal frutto di tanto sudore e fatica che costituisce ricchezza per il nostro paese, va curato e custodito”.
“L’ex opificio diventerà museo multimediale del paesaggio – conclude – ed è proprio sul paesaggio e su tematiche che portano a riflettere su di esso che l’amministrazione intende focalizzare le esposizioni temporanee che verranno accolte in questo edificio”.
Durante la inaugurazione, per accentuare l’esperienza sensoriale, è stato proposto un percorso gastronomico curato dal professor Giuseppe Agostini e dalla Scuola di Ristorazione Dieffe di Valdobbiadene per ricordare i profumi e i sapori dell’Africa e in particolare della Tanzania.
La mostra “Children of the Islands” sarà aperta al pubblico gratuitamente fino al 1° maggio: venerdì dalle ore 14 alle 20, sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 19 (Durante la settimana si potrà visitare su appuntamento ed è possibile organizzare visite guidate per gruppi o scolaresche).
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