L’appello di Tony Fassina, guarito dal Covid, ai No Vax: “Siate prudenti, sono pericolosi i raduni con migliaia di persone”

Per chi nella sua vita non ha mai avuto nemmeno un raffreddore, finire all’ospedale è già una sorpresa e trovarsi in terapia intensiva, senza essere più capace di respirare in autonomia, diventa un vero dramma.

Se poi riesci a superare questa prova e sei un personaggio conosciuto, un ex campione di rally che ha vinto tante gare a livello mondiale, senti di avere la responsabilità di trasmettere un messaggio forte alla popolazione che ancora ha dei dubbi sulle cure trovate per un virus, il Covid-19, che da più di un anno ha sconvolto l’umanità.

È quello che ha fatto Tony Fassina, imprenditore ed ex pilota pluricampione italiano ed europeo di rally che qualche settimana fa, dopo aver vinto la sua personale battaglia con il Coronavirus, ha voluto ringraziare pubblicamente i sanitari dell’Ulss 2 Marca Trevigiana che lo avevano assistito con tanta cura e professionalità (qui l’articolo).

Quando ti ritrovi da un giorno all’altro a lottare tra la vita e la morte come è successo a Fassina, crollano tutte le tue certezze e anche un campione, un uomo di successo che nella vita ha avuto tanto, si sente fragile e indifeso: allora il gesto di una infermiera, anche il più semplice e apparentemente scontato, diventa un dono prezioso per il quale vorresti ringraziare all’infinito.

È stata una cosa indescrivibile – racconta Tony Fassina – Non avrei mai pensato che potesse essere così terribile. Io purtroppo ho sofferto molto, sono stato intubato due volte e voglio dire che sono sempre stato trattato in maniera eccezionale“.

“Quando mi sono accorto pensavo fosse una banalità, un po’ di febbre e un po’ di mancanza di respiro poi, quando ho fatto il test a Bigolino e mi hanno detto che ero positivo – continua -, ho pensato che avrei fatto due o tre giorni a casa con un po’ di tachipirina, invece ogni giorno peggiorava finché la febbre è arrivata a 39.5 e mi sono autoricoverato a Vittorio Veneto”.

In poco tempo la situazione si è aggravata ulteriormente e dopo pochi giorni l’imprenditore valdobbiadenese è stato trasferito all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove è stato intubato e ha iniziato a vivere un’esperienza molto dura, risvegliandosi dopo quattro giorni e mezzo.

Purtroppo, in poco tempo è risalita la febbre, sono continuati i problemi con la respirazione ed è stato necessario intubare l’ex campione di rally una seconda volta per altri due giorni.

Dopo 18 giorni, infine, Fassina è stato condotto all’ospedale di Montebelluna per la riabilitazione e, grazie al lavoro del personale sanitario, è riuscito a riprendere gradualmente la vita di prima, anche se deve ancora combattere con alcuni postumi del Covid.

“Io mi sono sentito di ringraziare tutto il personale sanitario che è a dir poco commovente – ha aggiunto -, gente di un impegno indescrivibile che ha mostrato una semplicità, una disponibilità e una professionalità folli. Da quello che ho trovato in questi tre ospedali, credo che il presidente della Regione Veneto sia riuscito a caricare di tanto entusiasmo anche gli altri ospedali. Meglio di così una persona non può essere trattata”.  

“Tutte le persone che pensano che il Covid sia un complotto dei cinesi o del governo e i ‘No Vax’ dovrebbero capire che è molto pericoloso fare quei raduni con migliaia di persone – conclude Fassina – Questo contagio può capitare a tutti: io che l’ho provato mi sento di consigliare molta prudenza. Se prima della malattia li potevo capire, giustificare o sopportare, adesso direi loro: ‘Ragazzi attenti che è un problema, è un problema grosso’”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati