Questa mattina, nella suggestiva cornice del parco di Villa dei Cedri a Valdobbiadene, è stata inaugurata la sede dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Una giornata storica per i valdobbiadenesi e per tutte le comunità protagoniste dell’avventura che ha portato al riconoscimento Unesco nel 2019.
Non un punto di arrivo, ma un punto di partenza per iniziare nuove sfide che vedranno l’Associazione impegnata fin da subito nella creazione di una rete con i viticoltori, le istituzioni, le aziende e le realtà di volontariato del territorio per far crescere ulteriormente questo sito Patrimonio dell’Umanità.
Presenti al taglio del nastro il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Marina Montedoro, insieme al direttivo, al comitato scientifico dell’Associazione e ai rappresentanti istituzionali dei Comuni dell’Area Unesco.
“Oggi siamo pronti a dare il via a un nuovo inizio – commenta il presidente Marina Montedoro – Dopo quasi due anni dalla nascita di questa Associazione, siamo tutti qui riuniti per darle ufficialmente una ‘casa’. Una casa ricca di storia, bellezza e arte. Un luogo simbolo che ben rappresenta l’eccezionalità di queste colline. Sono anni non semplici, nei quali dobbiamo continuare a lavorare per valorizzare e promuovere questo patrimonio che, come Associazione, abbiamo l’onore e l’onere di tutelare”.
“Desidero ringraziare i soci fondatori, i nuovi associati, i sindaci, il direttivo, il comitato scientifico e tutti coloro che ogni giorno mettono il loro impegno per il territorio – conclude – Infine un sentito grazie all’amministrazione di Valdobbiadene e al sindaco Luciano Fregonese per aver concesso l’uso di questa villa che, come le nostre colline, travalica il tempo con la sua bellezza”.
Il presidente Zaia, dopo aver salutato i presenti e ringraziato il presidente Montedoro e il sindaco Fregonese, ha ricordato che, senza gli agricoltori che hanno lavorato e che lavorano le colline di Conegliano e Valdobbiadene, oggi si combatterebbe contro il dissesto idrogeologico.
“In Veneto abbiamo 11 mila frane e sono tutte presenti dove non c’è un viticoltore e dove non c’è un agricoltore – commenta il presidente – Quegli agricoltori, che hanno antropizzato e reso visibile l’opera dell’uomo, ci hanno fatto diventare Patrimonio dell’Umanità. Io ringrazio tutti i sindaci, però questa è cosa del territorio che è giusto che viva come sua e sacra, da difendere con i denti e con le unghie. Non esiste che qualcuno abbia qualcosa da dire su questo: non è una forma di insofferenza la nostra, è la volontà di dire che noi oggi abbiamo un tesoro da preservare. Noi dobbiamo conservarlo affinché l’umanità nelle prossime generazioni lo trovi bello, conservato e rispettoso dell’ambiente”.
“Io trovo strano che quelli che rompono le scatole oggi siano gli stessi che chiedevano all’Unesco di non approvare il Patrimonio dell’Umanità – continua – Ma scusate? Ma se è vero che il Patrimonio dell’Umanità ci obbliga ad un percorso di virtuosità ambientale e produttiva è altrettanto vero che se tu non vuoi questo non si è ben capito dove vuoi andare a parare. Guardate, l’odio sociale fa tanti danni in questo Paese però questa per me è una grande sfida: è la sfida non di noi amministratori ma di tutti i cittadini”.
Il governatore del Veneto ha spiegato che la proiezione di turismo in questo territorio prevede un passaggio in 10 anni da 250 mila presenze turistiche a un milione e mezzo all’anno.
“Potete non crederci – aggiunge – però tutte le cose che vi ho detto in questi anni si sono avverate. Se ci credete vi preparate all’arrivo dei turisti, altrimenti andranno da un’altra parte a dormire, a pranzare e a villeggiare. Noi avremo un turismo sempre più informato: ci troveremo davanti ad un interlocutore che non è uno ‘scappato di casa’, questo lo dico agli operatori e ai cittadini. All’Associazione dico di investire nei ragazzi e nei bambini, l’imprinting lo dobbiamo portare nelle scuole di questo territorio, un po’ come si è fatto 20-30 anni fa con la raccolta differenziata. Il nome ‘Prosecco’ non era un’esclusiva di questo territorio: prima del mio decreto del 2009 non era un’esclusiva di Valdobbiadene, di Conegliano e di tutti quelli che pensano che fosse un’esclusiva”.
“L’Associazione ha fatto censire tutti i percorsi – conclude – ma ce n’è uno che è unico, sono 52 chilometri da Valdobbiadene a Vittorio Veneto: quello diventerà il nostro ‘Santiago di Compostela’. Adesso noi per fine anno avremo realizzato anche il ponte a Farra di Soligo, finanziato dalla Regione, e garantiremo al nostro ospite un percorso facendogli programmare una visita che deve durare almeno due o tre notti nel territorio perché poi dovremo tentare di allungare la permanenza con presenze importanti. Infine, agli operatori dico che penso che il tema della mescita in questi territori preveda che tutti debbano dotarsi delle Carte del Prosecco (Carta dei vini dedicata a un bel po’ di prosecchi del territorio). E poi le lingue, l’inglese e il tedesco”.
“Con orgoglio e soddisfazione – ha dichiarato Fregonese – viene inaugurata la sede dell’Associazione in Villa dei Cedri. Negli ultimi 4 anni la villa è stata oggetto di diversi interventi di riqualificazione e restauro, attraverso fondi del Comune, contributi di cantine di Valdobbiadene, del Gal Alta Marca Trevigiana e dell’Istituto Regionale Ville Venete, per un totale che supera i 2,5 milioni di euro. Questo testimonia la grande attenzione posta nel recupero del patrimonio culturale e artistico presente all’interno dell’area riconosciuta patrimonio dall’Unesco e la volontà di rendere fruibili ai cittadini e ai turisti le nostre eccellenze architettoniche, un tempo sedi di opifici e ville padronali, luoghi nei quali si sviluppava la vita economica, culturale e sociale delle nostre comunità e che oggi, grazie alla presenza dell’Associazione in Villa dei Cedri, può essere riscoperta e rivissuta”.
L’inaugurazione è stata anche l’occasione per visitare l’ex opificio adiacente alla Villa, uno dei più significativi manufatti proto-industriali di Valdobbiadene tutelato come bene storico, oggetto di un complesso lavoro di restauro a cura dell’architetto Patrizio Collatuzzo, responsabile della direzione dei lavori.
Il recupero ha riguardato la riorganizzazione funzionale, il miglioramento strutturale e tecnologico per realizzare uno spazio pubblico da adibire a mostre ed infopoint turistico. Attualmente l’ex opificio ospita la mostra fotografica “Era San Gregorio”, con scatti storici che raccontano la tradizionale Fiera di San Gregorio.
Padre Gianromano Gnesotto, sacerdote di riferimento della parrocchia di San Vito, ha parlato anche delle potenzialità del turismo religioso e della ‘Via dei Papi’ con il progetto di ristrutturazione della casa natale di papa Benetto XI.
Dopo l’inaugurazione c’è stato un momento conviviale curato dalla Scuola di Ristorazione Dieffe di Valdobbiadene con accompagnamento musicale dei Jim Jam Quartet.
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