Gironzolando per le viuzze di Stramare o soffermandoci ad ammirare gli incantevoli panorami da Balcon di Pianezze, prima o poi ci capiterà di sentire le rime di chi ha saputo trasformare il proprio amore per la montagna in arte poetica. Sono le parole di Giuseppe Verri, classe 1944, Pino per gli amici.
Un’ispirazione che gli è venuta durante i soggiorni nella sua casetta vicino a Pianezze nei silenziosi luoghi del Cesen, un rifugio dove passare il tempo. Pino è nato a Segusino, vive a Bigolino, ma chissà perché, il suo vero mondo è proprio quel terrazzo panoramico che guarda la pianura, rotta dal serpeggiare del Piave.
Sono cinquant’anni che ci va ed è proprio lì che ha scritto le sue poesie, rime semplici ma profonde di significato che ci fanno andare indietro nel tempo quando per sfamarsi era sufficiente un po’ di polenta tagliata col filo. I suoi lavori sono raccolti in due libretti, “L’è quasi sera” e “Pensieri in libertà”, dove ci parla del rispetto per la natura ma anche dei rapporti umani vissuti in un mondo che ci appare ormai lontano. Ecco quindi che nei tempi di guerra il pero secolare bastava a rendere felici i paesani di Stramare “ani de guera, lagreme e pelagra, ma coi to pér sempre l’era sagra”.
Con “Ai re de la montagna” Pino da voce all’anima dei grandi faggi secolari che svettano davanti alla sua baita “casa de scoiatoi e osei da ani……fagher fa tornar la prima….vera”. Piccoli saggi di vita quotidiana, racconti mai banali riferiti ad un periodo in cui si faceva filò attorno al fuoco, senza mai dimenticare qualche cenno religioso nel ricordo della sua amata compagna di vita Renata, che ha smesso di accompagnarlo lassù in montagna. Si è fatta sera ormai a Balcon, così Pino ci saluta sfoderando una delle sue simpatiche battute, mentre alza lo sguardo al cielo sotto al suo “fagher”, sovrano dei monti.
(Fonte: Giovanni Carraro © Qdpnews.it).
(Servizio a cura di Giovanni Carraro © Qdpnews.it).
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