Essere un blogger ed esprimere il proprio parere nei confronti del mondo del prosecco può comportare il rischio di offendere qualcuno, da una parte e dall’altra: è ciò che è successo al giornalista milanese Franco Ziliani, il quale ha redatto e pubblicato in uno dei suoi popolari portali un articolo che prendeva in considerazione un’offerta promozionale per la quale una bottiglia di prosecco millesimato veniva venduta a meno di quattro euro alla bottiglia.
Il graduale “complicarsi” di un’intervista con un produttore della zona, definita “surreale” da Ziliani, ha portato l’autore a sbilanciarsi in un’ironia spontanea e schietta, così come pare solito fare.
Un linguaggio diffuso su questi canali di critica, dove l’oggettività giornalistica lascia spazio ai pizzicotti, ma alcune delle provocazioni non sono state digerite da alcuni addetti del settore.
È stato Nicola Menin a prendersi carico della replica, sempre attraverso il suo blog, concentrandosi sulla definizione di “proseccari mediocri e arroganti” e cercando di marcare l’ampio mosaico di bottiglie a livello di qualità e di prezzo.
“Un’analisi poco profonda, non degna di un curriculum del genere – afferma – di quello che è stato definito il più grande tra i vini semplici, che “porta ancora a bere”. Nelle colline di Valdobbiadene e Conegliano c’è chi si prende ancora cura di queste uve”.
“Io sono un professionista da 37 anni e confermo che non mi piace il prosecco, ma ho la massima ammirazione per gli imprenditori della zona, vi sono stato varie volte e so bene che il cuore della produzione storica è un’area bellissima” spiega al netto dell’ironia del suo stile, Ziliani.
“Da studioso di ampelografia so però che la glera è un vino che mostra i suoi limiti, specie se non viene lavorata con un metodo charmat, così come so che c’è una fondamentale differenza tra la zona storica e le aree periferiche industrializzate” continua.
La questione dei prezzi troppo bassi, che tra l’altro mette d’accordo i due blogger, sarebbe quindi il vero fulcro delle considerazioni di Ziliani, al di là della sua opinione sul gusto del prosecco, per quanto autorevole e spinta da considerazioni scientifiche, e sulla sua considerazione nel mercato, che non si può negare abbia portato più di qualche soddisfazione a livello mondiale.
“Succede spesso, non soltanto a Pasqua, di vedere bottiglie con queste nomenclature svendute a prezzi ridicoli, – argomenta il giornalista – io non ho fatto che approfondire uno di questi casi. Pare sia stato interpretato senza alcun senso dell’umorismo”.
(Foto: Vinoalvino).
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