La lunga attesa è finita: l’oratorio di San Vito dedicato a San Giovanni Battista (nelle foto) è stato riaperto lo scorso 25 settembre, anniversario del suo restauro conservativo. L’edificio sacro, però, è ufficialmente accessibile da pochi giorni grazie alla conclusione del muro crollato per il maltempo del settembre 2015 (vedi articolo).
Una perla al confine tra Valdobbiadene e Segusino, lungo la strada provinciale 36, che fu inaugurata nel 1765 e che è rimasta chiusa negli ultimi quattro anni.
L’intervento manutentivo, avvenuto in più fasi grazie al lavoro di un gruppo di volontari, ha permesso di rimediare ai danni arrecati dal maltempo del 2015.
Dai primi sopralluoghi emerse che il muro crollò per due motivi: l’assenza di fori di drenaggio nello stesso e l’inadeguato scolo dell’acqua proveniente dalla Sp 36. Insieme avevano determinato un consistente accumulo d’acqua nel prato antistante l’oratorio, che aveva causato il cedimento del muro (vedi articolo).
Nelle prime settimane furono effettuati gli interventi più urgenti: il gruppo alpini di San Vito e la Protezione civile locale provvidero alla copertura della frana con un telo e alla pulizia dei fossi circostanti, la Provincia di Treviso realizzò un nuovo cordolo per lo scolo dell’acqua dalla strada, evitando che le future piogge potessero numero di danneggiare ulteriormente l’area.
La lunga attesa è stata determinata dalla necessaria collaborazione tra i diversi enti coinvolti nella tutela dell’immobile. L’oratorio di San Giovanni Battista, infatti, è di proprietà della diocesi di Padova e fa parte della parrocchia di San Vito, alla quale competono i lavori strutturali e le manutenzioni straordinarie.
Il gruppo alpini di San Vito ne gestisce la manutenzione ordinaria, mentre il Consorzio di bonifica Piave e la Provincia di Treviso sono competenti sui fossati e sulla strada interessati.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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