Ieri, sabato 14 maggio, è stata una giornata storica per Funer e Colderove di Valdobbiadene: all’intersezione tra le vie Garibaldi e Cecchella le due comunità hanno finalmente un monumento ricco di simboli intitolato ai 50 caduti delle due guerre mondiali (donne e uomini, militari e civili).
Tanti alpini, il presidente nazionale Sebastiano Favero e il presidente sezionale Massimo Burol, il consigliere nazionale Carlo Balestra, monsignor Bruno Fasani (direttore de L’Alpino), il capogruppo Carlo Geronazzo (per tutti Carletto) con la sua “truppa”, che ha lavorato instancabilmente per un anno, la Protezione civile sezionale, il consigliere regionale Tommaso Razzolini, carabinieri ed associazioni d’arma di Valdobbiadene e molti residenti hanno voluto essere presenti all’evento tanto atteso.
Scandito con forza e molto applaudito il discorso del presidente Favero: “Noi siamo la gente del fare, siamo delle persone perbene e oneste che rappresentano al meglio la storia e la memoria dei nostri padri che oggi commemoriamo e ricordiamo con questo monumento nonostante siano passati molti anni dalla fine delle due guerre”.
“Rimini è stata una grande adunata, una grande festa, la nostra festa – ha affermato con determinazione il presidente nazionale dell’Associazione alpini -, ora basta con le polemiche, basta con le accuse e le offese. Vogliamo e meritiamo rispetto perché noi alpini siamo la gente del sorriso e dell’amicizia, la nostra associazione fonda il suo modo di essere e di agire su valori centenari. Ora basta polemiche, portateci rispetto“.
Dello stesso tenore anche le parole sferzanti di monsignor Fasani, che ha celebrato la santa messa dopo l’Onor Caduti: “Anche a Verona, la città dove vivo, le babygang la fanno da padrone, rubano e mettono paura ai residenti, li hanno arrestati e ora tanti giovani sono in carcere. Di chi è la colpa? Le chiese sono sempre più vuote, il messaggio cristiano è inascoltato oppure viene ascoltato senza poi metterlo in pratica. I colpevoli siamo noi adulti, non i giovani, e lo dico da giornalista con 35 anni di esperienza. Chi deve cambiare sono i genitori e le famiglie, devono essere loro le guide da prendere a modello positivo, invece spesso non lo sono. Vedere che oggi dei giovani hanno letto i nomi dei Caduti e che questo monumento è stato realizzato anche per loro è un grande passo verso un futuro diverso“.
La sfilata delle Penne Nere, accompagnata dalla Banda cittadina “Sergio Dal Fabbro” di Valdobbiadene e partita da Colderove, infatti è arrivata puntuale all’alzabandiera davanti al protagonista di ieri: il nuovo monumento ideato dagli architetti Ida Franco e Fabio Callegaro. Un forte simbolo che lega passato, presente e futuro.
Un progetto molto innovativo che ha “rigenerato” la memoria dei caduti “scomparsi” dalla chiesetta di Sant’Agata ormai vent’anni fa in occasione del restauro ed ai quali, con grande determinazione, gli alpini del luogo hanno ridato dignità.
Il nuovo monumento è composto di tre elementi: la pavimentazione in sassi del Piave, che rappresenta le comunità accoglienti di Funer-Colderove di oggi e del futuro; un grande masso, che simboleggia il peso opprimente della violenze e delle sofferenze causate dalle guerre; infine delle lastre in corten con affisse le steli con i nomi dei 50 caduti (alcuni ignoti) che rinascono verso l’alto, in direzione del Cielo e dell’infinito, dimostrando che quelle persone esisteranno per sempre a testimoniare gli orrori della guerra ed a farne memoria, soprattutto ai più giovani.
Davvero toccante il messaggio dell’alpino Massimo Berra, che ha elogiato ad uno ad uno i suoi compagni e compagne di avventura nel trasformare questo sogno in realtà.
Degno di merito soprattutto il ringraziamento al capogruppo “Carletto” Geronazzo: sempre disponibile e instancabile, sempre pronto a incitare i suoi “uomini”, sempre determinato dal primo all’ultimo giorno per realizzare questo monumento di pace che, dopo quasi 900 ore di lavoro nei fine-settimana, è realtà.
Apprezzato da tutti, in particolare dal presidente Favero, il grazie agli alpini del sindaco Luciano Fregonese, il quale ha detto di poter contare sempre su di loro, soffermandosi in modo particolare sull’enorme lavoro fatto nel marzo 2020 per far rinascere l’ex ospedale “Guglielmo Guicciardini”, che diventerà un ospedale di comunità di prim’ordine della Regione Veneto.
Ieri pomeriggio la pioggia era prevista in abbondanza, così non è accaduto: è stato il grazie corale dei 50 caduti di Funer e Colderove finalmente omaggiati dopo anni di oblio.
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