Sembrano non esserci dubbi sull’origine dolosa dell’incendio che ha interessato un edificio, situato in località Col de Miotto, al confine tra Segusino e Valdobbiadene, di proprietà dell’avvocato Andrea Arman, presidente del Coordinamento Associazioni Soci Banche Popolari Venete “Don Enrico Torta”.
La vicenda risale allo scorso venerdì 19 novembre ma in questi giorni, dopo un’iniziale “indifferenza”, i riflettori sulla storia si sono finalmente accesi grazie a una parente dell’avvocato che aveva raccontato nei social che, dentro quella casa di montagna, si trovavano tanti ricordi importanti: quadri dipinti dal fratello, un lungo centro fatto all’uncinetto, costato alla donna un anno di lavoro, i cuscini realizzati a mano dalla madre e un tavolo fatto con il legno di ciliegio appartenuto al padre e prima ancora al nonno.
“Che tristezza – aveva scritto la donna su Facebook -, se mio padre fosse qui ne morirebbe. Vorrei dire a quelle persone che ciò che hanno bruciato sono i ricordi di tutta la famiglia e che spero, se la domenica vanno in chiesa, che il Signore li perdoni. Vorrei soprattutto capire se quanto accade vi lascia così indifferenti”.
Il 19 novembre, intorno alle ore 17.30, due escursionisti presenti sul posto hanno fatto la prima segnalazione rispetto ai danni dell’incendio e la famiglia Arman è stata avvisata solo in serata.
“Dispiace perché in quella casa c’erano tanti ricordi – commenta l’avvocato – L’avevamo dal 1992 e, visto che siamo spesso in montagna, la usavamo molto. I danni ammontano a circa 200 mila euro ma l’aspetto che più fa male è l’indifferenza nei confronti di questa vicenda rispetto alla quale ci si dovrebbe interrogare pesantemente. Siamo infatti esterrefatti dal comportamento delle istituzioni locali”.
“In questi giorni i sindaci di Valdobbiadene e Segusino non hanno mai manifestato nessun senso di solidarietà per quello che era successo alla mia famiglia – aggiunge -, non vorrei si fossero risentiti per altre questioni. Il buonismo non mi appartiene e in questo atteggiamento ho visto una grave carenza del ruolo istituzionale. Tralasciando questo aspetto, sono in corso le indagini per capire le motivazioni che hanno portato a compiere quel gesto. Se avessi dei sospetti lo avrei detto a chi di dovere”.
“Ora che è stata confermata la matrice dolosa dell’accaduto – commenta il sindaco di Segusino Gloria Paulon -, posso dire che è un gesto criminale che va condannato senza esitazione, come ogni altro. Accadimenti a cui non siamo certo abituati in paese; mi auguro che le indagini possano fare chiarezza al più presto su questa vicenda buia, così da escludere ogni legame con la nostra comunità. Resta, purtroppo, il dolore della famiglia Verri, a cui siamo vicini”.
Dichiarazioni alle quali si associa pienamente il collega primo cittadino di Valdobbiadene Luciano Fregonese, che assicura la massima disponibilità della sua amministrazione a collaborare alle indagini qualora ciò venisse richiesto.
(Foto: per concessione della famiglia dell’avvocato Andrea Arman).
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