Un calice dello spumante italiano più amato al mondo, uno scorcio sulle Colline Patrimonio dell’Umanità e l’abbraccio della comunità locale: questa l’accoglienza riservata al gruppo di nove giornalisti e ristoratori australiani che giovedì hanno fatto tappa a Saccol di Valdobbiadene per un’esperienza immersiva in terra Unesco.
Il tour, organizzato dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene, è iniziato con un aperitivo sulla terrazza naturale che affaccia sulla collina storica del Cartizze dove i rappresentati della stampa internazionale hanno potuto degustare un calice di Prosecco Superiore Docg ammirando il paesaggio.
“È un piacere fare ritorno qui – commenta Tyson Stelzer pluripremiato autore e giornalista enogastronomico che non è nuovo alle Colline – e non vedo l’ora di assaggiare le nuove annate 2021-2022 per apprezzare le peculiarità del terroir che si esprime in un prodotto che spicca per eleganza e purezza e che alza di anno in anno sempre più l’asticella”.
“In questo viaggio ho potuto apprezzare il salto di qualità che ha fatto la denominazione di Conegliano Valdobbiadene privilegiando la qualità rispetto alla quantità – Shan-Te Raquel Wong di Sidney, autrice del podcast “Over a glass”– L’esperienza sulle Colline ci ha permesso di toccare con mano la passione che muove i produttori e che si concretizza in un prodotto superiore, ricco di sfumature e freschezza che si presta ad accompagnare un pasto dall’inizio alla fine. Non ultimo il paesaggio lascia senza fiato e trovo straordinario lo sforzo messo in atto per tutelare la biodiversità dell’habitat: le colline sono un luogo dove vuoi rimanere a lungo”.
Si dicono “sorpresi oltre ogni aspettativa” Rani Parish e Marcel Thomson, esperti nel settore dell’hospitality originari di Brisbane: “La bellezza del paesaggio, ricamato dalle viti: sembra di stare in una cartolina. Il resto lo fanno le persone e la loro vocazione all’ospitalità di cui abbiamo avuto un assaggio in questo tour”.
La visita è proseguita con una breve passeggiata panoramica ai piedi delle rive dove il gruppo ha assistito ad una dimostrazione della falciatura a mano, come la si faceva tradizionalmente prima dell’avvento delle moderne falciatrici a filo.
Non è mancata poi la tappa alla piccola ma significativa mostra dedicata alla ricca varietà di erbe che caratterizza le Colline di Valdobbiadene – organizzata e finanziata dal Comune – allestita all’interno della scuola VII Umanitaria di Saccol, di proprietà dell’amministrazione comunale. L’antropologa Elisa Bellato, curatrice della mostra, ha guidato il gruppo durante la visita illustrando come venivano usate un tempo le erbe selvatiche che oggi sono un importante indicatore della biodiversità, fra gli elementi che ha contribuito al riconoscimento Unesco conferito alle Colline.
La giornata, iniziata con un giro turistico della città di Conegliano, si è conclusa con la cena alla locanda MaMaGiò di Saccol cadenzata da assaggi di Cartizze, particolarmente apprezzati dagli ospiti.
“È stato bello vedere la meraviglia negli occhi dei nostri ospiti australiani – commenta Diego Tomasi, direttore del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene – Restano stupiti e si chiedono come sia possibile coltivare la vite a queste pendenze, sono curiosi, fanno molte domande e dimostrano grande interesse per le varietà del territorio, parlo del Verdiso o della Perera, per citarne alcune. Si denota in generale un grande interesse e una grande voglia di scoprire la nostra denominazione. Ma non solo, anche io accompagnandoli in questo tour ho avuto l’occasione di stupirmi di fronte all’ospitalità e all’accoglienze della piccola comunità di Saccol che si è attivata per organizzare un pomeriggio di visite e degustazioni: a questa va un grazie sincero per una prova di ospitalità inattesa e tutt’altro che scontata”.
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