Valdobbiadene, consegnata alla cittadinanza la Fontana Endimione: “Torniamo a riconoscerci nei simboli della nostra comunità”

Attraverso la cultura e i segni più importanti della comunità, Valdobbiadene vuole investire nel suo futuro: nel giro di pochi giorni, infatti, sono stati consegnati alla cittadinanza la nuova piazza del Follo, intitolata all’illustre valdobbiadenese don Giovanni Follador, e il complesso monumentale “Fontana di Endimione”, dopo il recente restauro.

L’amministrazione comunale, anche attraverso le attività della Consulta per la Cultura, sembra voler dare un indirizzo ben preciso al paese che merita di essere conosciuto e apprezzato non solo per il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, ma anche per le sue bellezze culturali e per i personaggi illustri che hanno dato prestigio alla comunità.

Se per la piazza del Follo si è voluto celebrare un grande matematico e gnomonista di Valdobbiadene, con la Fontana Endimione si sono recuperati i miti della classicità greca e romana che parlano dell’amore tra il giovane cacciatore e la dea Diana.

Presenti alla cerimonia pubblica di questa mattina il sindaco Luciano Fregonese con tutti gli assessori della giunta di Valdobbiadene, alcuni consiglieri comunali, il consigliere regionale Tommaso Razzolini, il maresciallo maggiore Riccardo Mallardi, il parroco don Francesco Santinon, Giovanna Carla Maddalosso, responsabile dei lavori pubblici del Comune di Valdobbiadene, insieme alle restauratrici dell’opera, al coordinatore della sicurezza, al progettista e direttore dei lavori oltre a diversi cittadini e rappresentanti delle associazioni del paese.

I lavori di restauro della fontana Endimione, della statua, delle scalinate e dei parapetti in pietra sono iniziati lo scorso mese di marzo e sono terminati qualche giorno fa; il quadro economico complessivo dell’intervento è stato di 75 mila euro, compresi l’Iva e le spese tecniche.

“Questi interventi hanno avuto un grande risultato dal punto di vista tecnico e del restauro – ha affermato il sindaco di Valdobbiadene – ma credo che il risultato maggiore sia proprio quello di tornare a riconoscerci in quei simboli e in quel patrimonio culturale che fa parte della nostra comunità”.

Prima della benedizione, don Francesco Santinon si è concentrato sulle bellezze che questo paese è capace di esprimere e ha fatto i complimenti all’amministrazione comunale per il restauro dell’opera e per altri lavori completati nell’ultimo periodo in paese, come la sistemazione della piazzetta davanti alla scuola primaria paritaria Santa Maria Assunta di Valdobbiadene.

Tra i diversi interventi, Miro Graziotin, rettore della “Libera università di Santo Stefano dei ripetenti”, ha voluto ricordare il mito di Endimione e i suoi collegamenti con il territorio.

“Per gli approfondimenti sul mito vi rimando alla lettura delle tante pubblicazioni su Endimione – ha spiegato Graziotin – Arrivando ai giorni nostri, nel 1867 Pierluigi Geronazzo realizza questa statua dedicata a Endimione. Dall’altra parte del nostro piccolo mondo Unesco, a Conegliano, nel 1876 nasce la scuola enologica. Faccio questa associazione temporale perché ritengo che queste due importanti presenze nelle due città, capisaldi del nostro territorio Unesco, siano i residui e i frutti dell’Illuminismo che si è radicato nelle nostre terre attraverso le accademie”.

“Noi siamo mitologia, noi abbiamo un’origine mitologica – conclude – e quindi abbiamo una profondità storica che trascende anche la scienza. Alla fine di questa storia, potremmo dire che Conegliano e Valdobbiadene, affratellate da questo grande fenomeno che stiamo vivendo in questi ultimi anni, hanno avuto inizio anche da questa condivisione: da una parte la scienza e noi siamo la profondità storica. Il mito vive nella storia dei tempi e si modifica”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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