Ieri, mercoledì 16 ottobre 2019, Valdobbiadene ha ospitato il generale dei carabinieri Roberto Riccardi, da pochi mesi alla guida del Comando per la tutela del patrimonio culturale italiano.
In un paese che potrebbe vivere soprattutto di cultura, è importante conoscere quanto le proprie istituzioni siano attente nel tutelare e preservare tutta la bellezza delle nostre opere artistiche, architettoniche e culturali.
Giunto a Valdobbiadene per presentare il suo libro “Detective dell’arte”, il generale Riccardi è stato accolto da Lisa Comarella, rappresentante del comitato cultura di Valdobbiadene, insieme al sindaco Luciano Fregonese e all’assessore all’istruzione e alle politiche sociali Martina Bertelle.
Presenti anche alcuni membri delle forze dell’ordine come il maresciallo maggiore Riccardo Mallardi, comandante della stazione dei Carabinieri di Valdobbiadene, e il capitano Giuseppe Agresti, comandante della compagnia dei Carabinieri di Vittorio Veneto.
“La mia unità – ha spiegato il generale Riccardi – esiste da 50 anni, dal 1969, e da allora preserviamo i nostri beni, perché l’Italia è un museo a cielo aperto, dai traffici illeciti di opere d’arte. Parliamo di scavi clandestini, trafugamento di reperti archeologici, furti d’arte a danno di privati, chiese, musei o gallerie e anche di falsi, un altro problema che ci affligge. In 50 anni abbiamo recuperato circa 2 milioni di beni, parliamo di reperti archeologici e di oggetti d’arte di varia natura. C’è un’attività importante alla quale il mondo è interessato perché siamo stati i primi a sorgere e ad oggi siamo la struttura più specializzata: questo è riconosciuto a livello internazionale”.
“È un pozzo senza fondo – prosegue l’alto ufficiale – e un mare sconfinato tutto quello che abbiamo e di cui effettivamente potremmo vivere e di cui forse in parte viviamo, se pensiamo a tutte le nostre bellezze artistiche, architettoniche e culturali. Da una ventina d’anni a questa parte i dati sono più o meno convergenti e portano ad ipotizzare una cifra di circa 6 miliardi di euro all’anno per quanto attiene a tutti i traffici illeciti che ci sono. Ovviamente è un volume d’affari che costituisce il terzo giro illegale dopo il traffico di droga e quello di armi che non può non interessare anche organizzazioni criminali di vario tipo che si interessano di questi oggetti, così importanti e così belli, solo per il loro valore venale”.
“Noi abbiamo una struttura nazionale – conclude il generale – con un comando centrale e un reparto operativo specializzato a Roma. Abbiamo anche 15 nuclei sul territorio nazionale, più o meno dislocati nei capoluoghi di Regione. Oltre a questo, ci sono diversi progetti nel mondo, a livello internazionale, come i “Caschi blu della cultura” che sono un’unità costituita con l’Unesco per cui, per esempio, in questo momento ci sono in Iraq tre persone di cui uno è il responsabile della nostra banca dati che sta aiutando quel Paese a formarne una propria. Poi, a Baghdad e ad Erbil ci sono due addestratori che si occupano di formare le forze irachene e curde rispettivamente nel settore di cui ci occupiamo.”
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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