Santo Stefano di Valdobbiadene, strada delle Treziese. Un piccolo rustico, cibo e vino ad accogliere i viandanti, scorci mozzafiato sulle colline del Cartizze e Prosecco Dogc candidate a Patrimonio Unesco. In tre parole: Osteria senza oste.
Un’idea senza pretese nata tra il 2004 e il 2005 dalla mente di Cesare De Stefani (nella foto sopra), titolare dell’omonima salumeria. Nessuna ricerca di notorietà poiché, come ha raccontato lui stesso a Qdpnews.it: “La storia dell’osteria (nella foto sotto) ha avuto inizio quasi per caso e senza un progetto preciso. Volevo semplicemente mettere a disposizione dei passanti un luogo di ritrovo per amici, come facevano i nostri vecchi nelle casere: una bottiglia di vino e qualche bicchiere. Per questa ragione l’osteria senza oste non è mai stata, e mai diverrà, un’attività commerciale”.
Sta di fatto che la notorietà di questo luogo ameno è cresciuta esponenzialmente e, oggi, è davvero tanta la curiosità della gente nel volerlo visitare almeno una volta. Ecco perché De Stefani ha ammesso che, rispetto all’inizio, c’è stato un grande cambiamento ed era necessario introdurre delle novità: nel 2015 il registratore di cassa e, nei prossimi mesi, un piccolo bagno nel rispetto delle normative igienico-sanitarie.
“Ho preso queste decisioni – ha precisato Cesare – per adeguarmi alle necessità dei sempre più numerosi visitatori dell’osteria. Stiamo parlando di 10-15 mila persone all’anno, per gran parte provenienti da fuori regione e, tra questi, moltissimi sono stranieri. Leggendo le loro dediche ho notato che, di frequente, sono discendenti di emigranti veneti residenti in Australia, Argentina, Brasile, Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti. Ma sono numerosi anche i cinesi e i giapponesi”. Di fronte a questi numeri avere un bagno era una necessità essenziale, mentre il registratore di cassa è stato ufficialmente introdotto dopo la multa di 62 mila euro inflitta nel 2014 dall’Agenzia delle Entrate.
“In realtà – ha ribattuto De Stefani – la cassa era presente prima che mi arrivasse la sanzione. L’avevo introdotta per risolvere un problema pratico: far sì che la gente si sentisse libera di lasciare l’offerta desiderata e potesse prendere il resto, altrimenti c’era il rischio che finisse per non pagare oppure, come mi è capitato una volta, che si svuotasse la dispensa lasciando in cassa 23 centesimi”.
Qual è la carta vincente dell’Osteria senza oste? Sincera la risposta di De Stefani: “Le polemiche che sono nate dopo le mie difficoltà con il Fisco hanno aumentato sempre più la curiosità e le aspettative della gente. Per questo è giusto che offra loro un servizio sempre migliore. Contemporaneamente lascerò ai miei figli un edificio che, un domani, sarà abitabile ed avrà un valore superiore rispetto a quando ho iniziato a ristrutturarlo”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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