Valdobbiadene, l’amministrazione comunale chiarisce la vicenda del muro di via della Pace: “Abbiamo rispettato la legge”

Dopo l’annullamento in autotutela dell’ordinanza numero 152 del 30 ottobre 2018, emessa dall’amministrazione comunale di Valdobbiadene dopo la frana e il crollo parziale del muro posto lungo il confine stradale di via della Pace, sono arrivati nuovi chiarimenti.

L’amministrazione comunale, infatti, ha precisato di aver attuato ogni iniziativa al fine di mettere in sicurezza con urgenza il fronte del muro crollato e la viabilità sottostante.

Contemporaneamente, l’ente si è adoperato nella ricerca di finanziamenti pubblici necessari per la messa in sicurezza dell’intero muro e della viabilità pubblica, ottenendo un contributo statale di 600 mila euro che ha permesso di finanziare la progettazione e l’esecuzione dei lavori.

Dagli accertamenti svolti all’inizio era emersa la pericolosità per l’incolumità pubblica dell’area di frana in corrispondenza del muro di sostegno crollato, in quanto situata a ridosso della via pubblica.

In via di estrema urgenza era stata emessa l’ordinanza contingibile e urgente, ordinando ai proprietari dei terreni a monte del muro crollato di provvedere immediatamente ad effettuare i lavori di ripristino dell’area con sgombero e pulizia del terreno franato e asporto dei detriti che interessavano parte della sede stradale.

Inoltre, sulla scorta di quanto previsto dal Codice della Strada, era stata chiesta la messa in sicurezza della frana al fine di garantire la salvaguardia della pubblica incolumità, mediante posa di teli o altri accorgimenti di contenimento del terreno e prevenzione di ulteriori infiltrazioni d’acqua e il successivo ripristino del muro.

Scaduti i termini dell’ordinanza senza che i destinatari del provvedimento avessero dato esecuzione all’ordine amministrativo, il Comune si è attivato per l’esecuzione diretta delle opere di ripristino e ha promosso ricorso al Tribunale di Treviso per accertamento tecnico preventivo per appurare le cause effettive della frana e accertare se il danno fosse addebitabile a soggetti diversi da chi, a norma di legge, è tenuto al ripristino, a prescindere da specifiche condotte dannose.

In accoglimento dell’istanza, il Tribunale di Treviso ha conferito a un consulente tecnico di ufficio l’incarico di svolgere indagini tecniche per accertare le cause della frana e gli interventi necessari per la loro eliminazione.

“Dalle risultanze peritali – spiegano dall’amministrazione comunale di Valdobbiadene -, che si sono protratte per un periodo particolarmente lungo, dovuto alla complessità dell’attività da svolgere, è emerso che la frana e il crollo parziale del muro non sono ascrivibili a comportamenti commissivi od omissivi dei proprietari dei fondi a monte e che la causa prossima in senso giuridico dell’evento dannoso va ricondotta all’operato di altri soggetti. In tal senso il Comune si è già attivato per quanto di competenza. Detti esiti hanno conseguentemente imposto un doveroso riesame del contenuto dell’ordinanza contingibile e urgente numero 152 del 30 ottobre 2018”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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