Quando se ne vanno persone con la “p” maiuscola come il centenario Giustino Bisol sembra che ci manchi la terra sotto i piedi, è come perdersi in un libro aperto incapaci di voltare pagina. Giustino, deceduto ieri sera a villa Legrenzi di Montebelluna, ha rappresentato davvero tutto questo per la sua famiglia e per tutta la comunità di Valdobbiadene, diventando protagonista del “mondo Prosecco” già nell’immediato secondo dopoguerra.
Bisol, nato nel novembre 1919, è stato un eroe di guerra: arruolato durante la Seconda guerra mondiale, riportando ferite e medaglie, fu prigioniero dei tedeschi dopo l’8 settembre 1943 e, sul finire del conflitto, riuscì a salvarsi dai lager nazisti con una fuga rocambolesca.
Una volta a casa Giustino prese subito in mano la cantina di famiglia, poiché il padre enologo morì poco dopo il suo ritorno. Nel 1950 fondò con il cugino Luciano la rinomata azienda viticola Ruggeri con sede a Santo Stefano, poi trasferitasi in via Prà Fontana, nella zona industriale di Valdobbiadene.
Nel 1995, per festeggiare i suoi 50 anni di lavoro nel mondo del vino, fu presentato il Giustino B., il vino che porta il suo nome, tuttora il più premiato della cantina. Uomo di poche parole che, nel suo breve discorso di ringraziamento, pronunciò una frase che riassume il suo modo di essere: “Questi 50 anni sono volati in un attimo perché ho sempre amato intensamente il mio lavoro”.
Per rendere omaggio al centesimo compleanno di Giustino Bisol, nel 2019 la Cantina Ruggeri – rilevata all’inizio del 2017 dall’azienda tedesca Rotkäppchen-Mumm – ha presentato un’edizione limitata del vino a lui dedicato con un sigillo celebrativo apposto sulla bottiglia.
Il funerale di Giustino Bisol sarà celebrato lunedì 27 gennaio alle ore 10.30 nel duomo di Montebelluna.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Cantina Ruggeri).
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