“Con il tempo impari a convivere con il dolore, che però non passa mai”: con queste semplici ma toccanti parole una mamma di Valdobbiadene ha voluto spiegare quanto sia difficile, anche a distanza di anni, superare la sofferenza per la perdita di un figlio in un incidente stradale.
Non ci sono dolori di serie A o di serie B e mentre ora l’attenzione di tutti si è concentrata sulla sofferenza per le conseguenze dirette e indirette del Covid-19, ci sono mamme, papà, mariti, mogli, figli, fidanzati e amici che alla vigilia della Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada hanno la mente e il cuore rivolti ai loro cari morti in un incidente stradale.
Vista l’impossibilità di organizzare degli eventi a causa delle restrizioni legate all’emergenza epidemiologica in corso, l’associazione Aifvs (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus) ha voluto continuare a “ricordare per cambiare” con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini.
Diverse le iniziative “senza la presenza di pubblico” nei Comuni dell’Alta Marca Trevigiana: a Valdobbiadene, per esempio, l’amministrazione comunale ha accolto l’appello di Aifvs, sensibilizzando e portando a conoscenza dei cittadini l’importanza della prevenzione dei disastri stradali, esponendo nella facciata del municipio lo striscione raffigurante i volti di 65 vittime (tra di loro tanti giovani).
Lo striscione sarà visibile nella piazza principale di Valdobbiadene fino al prossimo 19 novembre, per poi essere spostato alla scuola secondaria di primo grado fino al 24 novembre.
Sempre per lo stesso motivo, sono stati illuminati di rosso la facciata della Villa dei Cedri e la fontana di piazza “Guglielmo Marconi”.
“Assieme all’associazione stiamo lavorando nelle scuole per approfondire l’argomento della sicurezza stradale direttamente con i ragazzi – ha spiegato Martina Bertelle, assessore all’istruzione e alle politiche sociali di Valdobbiadene – È fondamentale tenere sempre alta l’attenzione sull’argomento, facendo prevenzione con chi sta ancora maturando nella percezione del pericolo”.
“È assolutamente necessario ricordare chi è morto, sostenere i sopravvissuti e agire per salvare vite umane – spiegano dalla famiglia di Ferrante Battistin, morto in un incidente stradale nel 2017 – La violenza stradale è la prima causa di morte in Italia sotto i 40 anni: solo quest’anno sono 21 i bambini morti da giugno a settembre. Siamo in presenza di qualcosa che viene ancora vissuto come fosse una calamità inevitabile. Invece, il più delle volte, sono disastri evitabili”.
“Si tratta di eventi che segnano sotto il profilo fisico, psicologico e sociale – spiegano dall’associazione Aifvs -, tremendi da affrontare perché violenti e improvvisi. La lotta per avere attenzione per le vittime è dura, vittime a cui poi non è riconosciuto il diritto di esprimersi, senza ruolo né voce nonostante abbiano subito un reato”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Comune di Valdobbiadene).
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