La storia di una comunità è in mezzo a noi, basta saperla notare e valorizzare. È quanto continua a fare l’artista locale Aldo Rebuli, questa volta su commissione di un privato, la titolare del bar “A l’ultima ombra” di San Pietro di Barbozza.
Nel marzo 2018 la Pro Loco di Santo Stefano gli aveva affidato il restauro dell’insegna murale lungo la strada provinciale 36 (vedi articolo), a duecento metri dal centro paesano.
L’insegna recuperata in piazza a San Pietro recita: “Comune di S. Pietro di Barbozza, Capoluogo, Alt m. 325”.
Che cos’ha di particolare quest’iscrizione muraria? Intanto ha quasi cent’anni dato che risale al periodo tra il 1922 e il 1929 e, in secondo luogo, riporta agli occhi del visitatore la storia dello scomparso Comune di San Pietro di Barbozza. Fino al 1929, infatti, nel territorio valdobbiadenese esistevano due Comuni: San Pietro, che comprendeva Santo Stefano e Guia; Valdobbiadene con le frazioni di San Vito, Bigolino e San Giovanni.
Aldo Rebuli è molto soddisfatto del lavoro svolto: “Rispetto a Santo Stefano, c’è stato un lavoro non semplice, la casa era stata risistemata rispetto al passato e perciò è stato necessario un approfondimento maggiore, per questo è un lavoro che mi ha dato una certa soddisfazione e che dà sicuramente un belvedere particolare a San Pietro“.
“Insegne come queste ci sono o c’erano in tutto il Comune, rappresentavano un importante segno identitario per gli abitanti – continua Rebuli -, anche perché venivano realizzate da imbianchini del posto, ognuno con il proprio stile e utilizzando caratteri interpretati secondo il proprio estro. Ciò rende davvero uniche queste insegne murarie”.
Progetti futuri? “Sì – conclude Aldo Rebuli -, vorrei restaurare a mie spese l’insegna di Colderove per il valore affettivo che mi lega ad essa, in quanto la mia famiglia proviene proprio da questa località di Valdobbiadene”.
To be continued… è proprio il caso di dirlo.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it