A Tezze di Piave un libro sulla presenza in parrocchia delle suore della Divina Volontà, per ben 106 anni a servizio della comunità

A un anno esatto dalla loro definitiva partenza dalla comunità, avvenuta nel mese di ottobre 2020, la parrocchia di Tezze di Piave ha voluto ricordare con la pubblicazione di un libro e con un evento molto partecipato in chiesa la storia e l’apporto delle Suore della Divina Volontà alla vita ecclesiale e sociale della frazione di Vazzola.

Infatti, il volume “Nel Nostro Cuore per sempre, le Suore della Divina Volontà a Tezze, 106 anni di autentico amore a servizio della comunità”, a cura di Gianluca Zaia e di Mirca Dall’Ava, ripercorre oltre un secolo di vita della comunità parrocchiale di Tezze, con il privilegio di esaminare gli eventi attraverso lo sguardo attento e partecipe delle suore che hanno avuto la costanza di redigere un diario su quanto accadeva intorno a loro. A questo si sono aggiunte le innumerevoli fotografie raccolte tra le famiglie vissute in paese e i ricordi di quanti hanno avuto contatti con la comunità religiosa.

“È stata una lunga intervista con un passato relativamente recente e che in parte si sta già dissolvendo nella nebbia del tempo, che ci ha immerso in un flusso fatto di volti, emozioni, amicizie, parole” hanno detto all’incontro di presentazione i curatori del libro. L’evento è stato aperto dall’intervento del vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo, che ha ricordato il valore della vita consacrata e la sua importanza all’interno di una parrocchia, elogiando l’opera realizzata dai due autori.

Il viaggio a Tezze delle Suore della Divina Volontà iniziò nel 1914, quando c’era la necessità di aiutare le famiglie a prendersi cura dei bambini e a dare loro le prime basi educative e scolastiche.

Serviva la presenza di persone che sapessero rivolgere l’attenzione agli ultimi per sostenerli e dare loro tutto l’aiuto di cui avevano bisogno.

Il parroco di allora, don Angelo Pedron, individuò la risposta a questa esigenza nella Congregazione fondata da Madre Gaetana Sterni, che metteva al centro della propria vocazione l’ideale di accoglienza e carità attraverso la testimonianza viva tra la gente. Da quel momento c’è stata sempre una perfetta comunione tra le religiose e il paese, che le ha considerate come un dono veramente speciale, sempre presenti e operose attraverso un secolo durante il quale la parrocchia si è profondamente trasformata sotto molti aspetti: economico, sociale, scolastico e culturale, demografico e religioso, parallelamente alla realtà nazionale e internazionale.

Tutte le suore che si sono avvicendate, 83, hanno saputo cogliere i diversi momenti storici attualizzando la loro testimonianza, tutti i giorni fino al 4 ottobre 2020, data in cui è avvenuto il congedo ufficiale delle suore dalla comunità di Tezze perché destinate a nuovi incarichi in altre sedi.

“Non possiamo non piangere questo momento di distacco, difficile per ciascuno di noi – era scritto un anno fa nel testo della lettera rivolta alle religiose dal consiglio pastorale del paese – Ognuno ha un motivo diverso per essere triste, ma tutti vi porgiamo i nostri cuori pieni di ricordi e soprattutto di riconoscenza profonda per esserci sempre state, ogni giorno della vita di chi è qui oggi e di chi vi saluta da lassù. Con grande sincerità esprimiamo il nostro grazie profondo per tutto quello che avete dato alla comunità di Tezze e che ora abbiamo l’impegno di sviluppare”.

“Siamo tristi ma pronti a cogliere il vostro insegnamento: l’amore di Dio si manifesta nel fratello bisognoso che va accolto e aiutato – si leggeva nelle conclusioni – Siete delle donne forti che vivono con coraggio le scelte e la vocazione testimoniandole nella vita quotidiana. Il momento storico che stiamo vivendo vi chiama altrove, ma ci sarà sempre una stella polare ad illuminare il vostro percorso, la stessa che insieme ci ha guidato fino ad oggi”.

A dodici mesi da quell’addio, quindi, la comunità parrocchiale ritiene prezioso e significativo il volume di Zaia e Dall’Ava, che ha l’obiettivo di costruire una linea di continuità con il futuro per trasmettere il valore di chi, in passato, ha operato con grande lungimiranza e di farlo conoscere alle generazioni di domani, lasciando una traccia concreta del loro passaggio.

(Foto: Unità pastorale Vazzola San Polo).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati