Ennesimo esempio di incivile comportamento da parte di cacciatori incuranti del rispetto delle regole che impone loro la legge e della buona educazione nel confronti del prossimo.
L’ultimo orribile episodio si è verificato di recente nelle campagne di Vazzola, quando intorno alle ore 10 della mattina di sabato 27 ottobre, una signora, dopo aver aperto il cancello della propria abitazione per accogliere dei conoscenti e rientrando in casa con loro, si è trovata a correre nuovamente all’esterno a causa delle urla e guaiti del meticcio Rocky, di sua proprietà.
La signora ha visto un uomo sulla settantina che vestiva gli abiti classici del cacciatore, mentre colpiva ripetutamente e con veemenza il piccolo Rocky con il calcio del fucile e con poderose pedate.
Terrorizzata e in lacrime si è avvicinata al cacciatore implorandolo di fermarsi, ma senza alcun esito: l’uomo anzi l’ha minacciata di rientrare in casa e ha tentato di aizzare il proprio cane contro di lei.
La donna dunque è rientrata, ha preso il cellulare ed è riuscita a scattare all’aggressore un paio di foto avvisandolo che avrebbe immediatamente chiamato i Carabinieri.
Nel frattempo il cacciatore, finito lo sfogo e forse temendo il peggio, si è allontanato dalla proprietà. Il cane è stato portato immediatamente all’ospedale veterinario, riscontrando uno stato di shock, tachicardia,e una vistosa lacerazione di cinque centimetri con abbondante perdita di sangue e un’enorme tumefazione sul lato destro dell’addome.
La successiva radiografia ha confermato la diagnosi e le lesioni agli organi interni hanno avrebbero reso necessario l’intervento chirurgico una volta il paziente si fosse stabilizzato ma non si è potuto procedere perché Rocky è deceduto il pomeriggio del giorno dopo per i terribili traumi subiti.
In pochi minuti è stato compiuto un atto di violenza manifestato da un accanimento ingiustificato tale da porre qualche dubbio sull’equilibrio mentale di questo signore che girava armato per le campagne del paese.
Naturalmente il cacciatore è stato subito denunciato e, dalle foto provvidenzialmente scattate, pare che sia stato pure identificato. Il reato contestato è di maltrattamento ma, poiché quando è stata presentata Rocky era ancora in vita, ora si aggiungerà al reato precedente l’aggravante dell’uccisione dell’animale.
La pena prevista per il reato di maltrattamento è la reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5 mila a 30 mila euro mentre, se da tale azione ne deriva la morte dell’animale la pena è aumentata della metà.
L’Enpa, contattata dalla famiglia, si è resa subito disponibile nel prestare tutto il necessario supporto legale è farà di tutto per evitare che l’uomo concluda con il solito patteggiamento ma finisca a processo davanti a un giudice, dichiarando che: “Un evento di tale ferocia ed efferatezza deve essere punito con il massimo della pena e con una condanna esemplare che serva da monito nei confronti di tutti quei malintenzionati che sfogano le loro ire e frustrazioni su poveri animali indifesi. L’associazione annuncia che si costituirà parte civile”.
Sono ormai troppo numerosi i fatti di cronaca che vedono coinvolti animali, specie cani e gatti, violenze di ogni tipo, dati alle fiamme, bastonati, sparati, avvelenati e altro ancora.
(Fonte e foto: Enpa).
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