Bianca Cappello fu davvero una donna pessima?

Bianca Cappello ritratta da Alessandro Allori (1580 circa)

Villa medicea di Poggio a Caiano, giovedì 8 ottobre 1587.

Francesco I de’ Medici, Granduca di Toscana, dopo aver trascorso una giornata di caccia nelle campagne fiorentine viene improvvisamente colto da febbre e nausea. Di lì a poco Bianca Cappello, sua moglie, manifesta gli stessi sintomi. Moriranno entrambi dopo un’agonia durata un paio di settimane senza avere notizie l’uno dall’altra. Francesco ha quarantasei anni, Bianca trentanove. Sulle ragioni della tragedia si intrecciano ipotesi contrastanti: febbre terzana o avvelenamento? Le ombre che incombono sulla vita dei due alimentano le ipotesi più fosche.

Bianca nasce a Venezia nel 1548 da Bartolomeo e Pellegrina Morosini esponenti di spicco del patriziato lagunare. A soli quindici anni la giovane nobildonna si invaghisce di uno scaltro mercante fiorentino, Pietro Bonaventuri, che le fa credere di appartenere alla potente famiglia dei Salviati quando in realtà è soltanto un loro emissario. La fuga dei due amanti nel capoluogo mediceo culmina con il matrimonio. Il Bonaventuri, approfittando dell’ingenuità di Bianca, si impossessa dei suoi gioielli e ai Cappello, furiosi per il gravissimo scandalo, non resta che meditare vendetta.

A Firenze, la vicenda prende una piega inaspettata. Il matrimonio di Bianca è infelice: il Bonaventuri, smessa la maschera del mercante di successo, naviga in cattive acque da un punto di vista economico e conduce una vita dissoluta. Bianca è sul punto di soccombere quando accade qualcosa di imprevedibile: la sua bellezza di giovane veneziana non passa inosservata e attira l’interesse di un rampollo dell’aristocrazia fiorentina, Francesco de’ Medici, anch’egli vittima di un’unione infelice. Il legame coniugale con Giovanna d’Austria è frutto della ragion di Stato piuttosto che dell’amore e come se non bastasse la donna non riesce a gratificarlo nemmeno con la nascita di un erede maschio.

Francesco e Bianca, divenuti amanti, attirano critiche e maldicenze per la loro condotta riprovevole: il cardinale Ferdinando de’ Medici, fratello di Francesco, è fra i più veementi accusatori della coppia fedifraga, preoccupato per la morale e soprattutto per le conseguenze politiche della vicenda. Il destino (forse non soltanto quello) sembra tuttavia agevolare quell’amore proibito. Nel 1572 il Bonaventuri viene pugnalato in circostanze oscure; due anni dopo Cosimo de’ Medici muore lasciando il Granducato nelle mani del figlio.  Nel 1578, quando si dice il caso, anche Giovanna d’Austria perde la vita precipitando dalle scale. A distanza di meno di due mesi dal lutto, il 5 giugno, Francesco rompe gli indugi e sposa Bianca, la cui presenza a corte non è più un segreto.

In un clima saturo di maldicenze e pettegolezzi, Bianca riceve le insegne di Granduchessa di Toscana: se ciò non la pone al riparo dalle critiche dei sudditi che non l’ameranno mai, per la famiglia d’origine rappresenta la riabilitazione di una figlia sciagurata, adesso ricca e influente.

Chi proprio non digerisce la bella veneziana è il cardinale Ferdinando de’ Medici, colui sul quale convergeranno i sospetti per la morte di Bianca e Francesco.

Bianca Cappello si occupa solo saltuariamente di politica e con scarso successo; la sua ossessione è quella di dare un figlio maschio al Granduca. Per assecondarla a corte si avvicendano medici, ciarlatani, maghi e fattucchiere; Francesco I, esasperato, pugnala addirittura una vecchia ebrea divenuta troppo invadente.

La vita scorre fra feste memorabili, importanti atti di mecenatismo (la fondazione degli Uffizi), innovazioni urbanistiche (l’ampliamento del porto di Livorno) e uno sfrenato entusiasmo per il collezionismo e l’alchimia.

Tutto ciò fino a quel maledetto 8 ottobre del 1587. Fra le varie ipotesi la più fantasiosa è quella riguardante una torta avvelenata che Bianca avrebbe preparato per eliminare il cognato cardinale. Questi però, in possesso di una pietra preziosa capace di mutare il colore al cospetto del veleno, avrebbe scoperto l’inganno e Bianca, messa con le spalle al muro, avrebbe assaggiato il dolce servendolo al marito consapevole di andare incontro a un destino nefasto, ma inevitabile.  

I medici interpellati dichiarano che la causa della morte è la malaria, ma i sospetti alimentano il mistero. I corpi di Francesco I e di Bianca Cappello vengono svuotati dalle viscere per essere imbalsamati; il cadavere del granduca, traslato a Firenze con tutti gli onori, dopo essere stato esposto in San Lorenzo viene inumato nelle cappelle medicee a fianco della prima consorte Giovanna. Della salma di Bianca, portata a Firenze senza clamore, si perdono le tracce. Le fonti riportano soltanto lo sprezzante commento di cardinal Ferdinando: “Seppellitela dove volete, non la vogliamo fra noi!”.  

Nel corso degli anni sui resti di Francesco sono state effettuate diverse ricognizioni cadaveriche che tuttavia non hanno svelato definitivamente il mistero. Le tracce di arsenico rinvenute potrebbero derivare dal processo di imbalsamazione dell’illustre cadavere.

Nel 2005, il ritrovamento di due antichi orci di terracotta contenenti i visceri di un uomo e di una donna con segni di avvelenamento ha fatto sperare di essere giunti a una svolta. I macabri reperti giacevano nei sotterranei della pieve di Santa Maria a Bonistallo, a due passi dalla villa di Poggio a Caiano, ma i dubbi sulla reale causa della contaminazione hanno impedito ancora una volta di mettere la parola fine al mistero.

Ancora più sensazionale è stata la scoperta di tracce di Plasmodium falciparum nelle ossa di Francesco I: il Granduca aveva realmente contratto la micidiale malaria, come il fratello Ferdinando, forse durante un soggiorno di caccia nelle malsane paludi di Maremma. L’infezione, fatale per Francesco e Bianca, non era stata sufficiente a piegare la robusta fibra del cardinale che, alla morte del fratello, smette l’abito talare e gli subentra al trono granducale.

Una fibra eccezionale quella di Ferdinando, capace non solo di sconfiggere il morbo, ma addirittura di concepire ben nove figli.

Cala così il sipario su una storia torbida, travagliata e che non riserva alcuna indulgenza ai suoi protagonisti. Un granduca accusato di immoralità e infedeltà coniugale, un cardinale sospettato di omicidio, una giovane e bellissima veneziana che rifiutandosi di chinare il capo dinanzi al conformismo dell’epoca diverrà vittima di una crudele damnatio memoriae che la consegnerà alla storia con l’infamante epiteto di “pessima Bianca”.

(Autore: Marcello Marzani)
(Foto: Wikipedia)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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