Venerdì 12 luglio, ore 9.30: i Carabinieri varcano per la seconda volta in tre giorni i cancelli dell’abbazia di Santa Bona a Vidor, questa volta assieme a loro anche i Vigili del Fuoco del comando provinciale di Treviso.
A più di dieci giorni dal ritrovamento del corpo senza vita di Alex Marangon nessuna ipotesi è ancora stata esclusa del tutto: né che il barista venticinquenne di Marcon possa essere stato ucciso a bastonate, né che il giovane sia caduto da un terrazzino dell’abbazia.
Nel caso quest’ultima ipotesi venisse confermata bisognerà comunque accertare se si sia trattato di un drammatico incidente o se qualcuno possa averlo spinto, facendolo precipitare, per oltre una decina di metri, fino al livello del greto del Piave.
Se mercoledì mattina gli investigatori, oltre a cercare una possibile arma del delitto, hanno visionato la zona dell’abbazia assieme al medico legale Alberto Furlanetto per associare le varie zone ai racconti di chi quella maledetta sera era presente alla festa New Age oggi i Carabinieri si sono calata da un dirupo che affaccia sul Piave alla ricerca di elementi che possano confermare la caduta.
L’ingresso dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, arrivati anche con i gommoni, è stato ritardato da un codice d’ingresso all’abbazia errato. Per questo motivo è dovuto intervenire il Conte che ha cercato di non farsi vedere da giornalisti e fotografi.
Rami spezzati o segni sugli alberi potrebbero infatti essere la prova che i molti traumi evidenziati dall’autopsia sul corpo del giovane siano stati provocati da una caduta e non dalle bastonate.
(Autore: Simone Masetto).
(Foto e video: a cura di Simone Masetto).
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