18mila i vini candidati al Decanter World Wine Award 2021 e tra i migliori 50 c’è un nome vidorese, conosciuto per una storia ormai quasi centenaria che pone le proprie radici in una collina vicina al castello: la cantina Castello di Berton esiste dal 1922 e ci hanno lavorato quattro generazioni, con un passaparola che a quanto pare è riuscito a trasmettere qualcosa di speciale, qualcosa che i giudici del concorso internazionale sono riusciti a percepire nel gusto pieno del loro prodotto.
Non una bottiglia qualunque, ma una di Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Superiore 47/87 Rive di Vidor: questo per raccontare la storia di un preciso appezzamento collinare e di un rapporto padre-figlio che diventa metafora di mantenimento, ma anche di progresso e di ricerca.
La caratteristica più significativa di questo concorso è l’assenza di suddivisione in categorie, né per tipologia né per colore: così, per esempio, un merlot può competere con un prosecco. La valutazione avviene attraverso diversi parametri che, alla fine, determinano l’attribuzione di varie medaglie di bronzo, d’argento, d’oro e di platino. Quelle di platino, al termine della degustazione, vengono rivalutate nuovamente, selezionando appunto le “Top 50”, in cui rientra il 47/87 dei Berton.
A portare avanti l’attività è il giovane Vittorio, che ha raccolto il testimone da suo padre e da suo nonno, riuscendo a completare il ciclo produttivo della lavorazione e della spumantizzazione: “47 e 87 non sono numeri casuali – spiega – Sono i nostri rispettivi anni di nascita e la speranza è che in futuro possano diventare le nostre due età”.
Vittorio, che è entrato in società una decina di anni fa dopo varie esperienze professionali all’estero, ha attribuito gran parte del merito alla collina: “Il 60% lo fa il territorio. Il resto è dato dalle conoscenze enologiche e la passione. In tutti questi anni, dal 1922 a oggi, l’unica cosa che non è cambiata è la passione per il mondo del vino. Fin dall’inizio non è mai stato venduto un solo chilo d’uva, il prodotto primario è sempre stato trasformato. Poi sono cambiate le tecnologie per la spumantizzazione e le dimensioni dell’azienda: anno dopo anno si tentava di acquistare tutti gli appezzamenti qualitative dal punto di vista del microclima e del terreno”.
Si tratta di un trofeo brillante per questa cantina, da affiancare alla Fascetta d’Oro da poco ottenuta sempre dall’azienda, che oggi può vantare uno dei 50 vini migliori al mondo in assoluto secondo il Decanter World Wine Award nell’edizione 2021: c’è da augurarsi che qualcuno, in quei 52 paesi concorrenti o nella giuria, venga a vedere la collina dove tutto è nato, per scoprire la storia del Castello di Vidor (qui l’abbiamo raccontata) e della sua gente.
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