Anche la Destra Piave ha il suo “cantastorie“: parliamo dello scrittore di Levada di Pederobba Dino De Lucchi, l’imprenditore agricolo che ha contribuito a fondare la Confraternita del Fagiolo Borlotto Nano di Levada.
Oltre agli aneddoti sui prodotti tipici del territorio, De Lucchi conosce diversi racconti e leggende tramandati nel tempo dalla gente che viveva lungo le sponde del Piave.
In questi giorni, ha voluto condividere con le persone che lo seguono un triste racconto che arriva da Covolo.
“La leggenda vuole – racconta -, e in questo c’è un po’ di vero, che nel fiume Piave, passato il ponte di Vidor, le acque che costeggiano il parco Ae Barche di Covolo vadano perdutamente in amore. Il fiume non è più compresso dalle montagne, scorre più tranquillo e si fa ‘romantico’ per i tanti frequentatori del sito. Questa zona amena ha un motivo in più per un racconto ambientato nella più grande piena della sua storia, nel 1512, che allagò un vasto territorio e perfino Treviso città”.
De Lucchi racconta che in quell’occasione avvenne un tragico evento.
“Una coppia di giovani sposi di Covolo – continua – aveva sfidato autorità e intemperie andando nelle Grave di Covolo a tagliare i vimini selvatici per intrecciarli con l’obiettivo di fare una culla per il loro primogenito che doveva arrivare. Li colse un’improvvisa e rovinosa onda, che li travolse quando ormai avevano raccolto il necessario. Mancava infatti solo un piccolo mazzo”.
“A ricordo della loro tragica storia – prosegue -, i raccoglitori di vimini delle epoche successive, una volta completato il taglio in quella zona, ne lasciavano alcuni di belli legandoli con un fascio di erbe intrecciate contenenti fiori, se ce n’erano. Anche gli zatterieri, conoscendo la storia, passando di là alzavano il bastone di governo della zattera, in omaggio alla coppia. Il Piave prima della prima Guerra mondiale aveva il nome al femminile. Anche la storia ha le sue tragiche piene con le guerre che travolgono tante cose, come questa leggenda che ho osato riportare”.
La storia della coppia di sposi sorpresa da una piena improvvisa del Piave è stata apprezzata da tanti cittadini.
“Il Comune di Pederobba – conclude – è quello che, in base ai suoi abitanti, ha più monumenti e lapidi. Sarebbe bello se della leggendaria coppia con i vimini in mano fosse fatto un bassorilievo, un affresco, un semplice quadro o un monumento alla ‘Giulietta e Romeo’. I luoghi significativi non mancano, ma soprattutto sarebbe importante tramandare alle future generazioni questi racconti in forma orale o scritta”.
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