Lo scorso 29 maggio gli ospiti di Casa Maria Adelaide a Vidor hanno ricevuto una visita inaspettata: un gruppo di supereroi arrivati a bordo di una Batmobile.
I sei supereroi inaspettati sono dei volontari di “Missione Sorriso” e “The Italian Batman” contattati da un’operatrice della comunità alloggio per persone con disabilità e la loro missione è quella di portare un sorriso alle persone che stanno soffrendo.
La giornata a Casa Maria Adelaide è stata ricca di emozioni, non solo per gli ospiti della residenza ma anche per le famiglie degli operatori e in generale per la comunità di Vidor.
Del resto, i supereroi sono ancora in grado di stupirci e affascinarci, e non parliamo solo dei più piccoli.
L’idea di un uomo (più raramente di una donna) in grado di salvarci da tutti i problemi, del resto, è quasi irresistibile. Nel mondo classico erano soltanto “eroi” ma erano spesso semidei e quindi dotati di un potere divino; oggi li chiamiamo “super” eroi perché dotati di un capacità soprannaturali – arrampicarsi sui grattacieli e lanciare ragnatele, volare e via dicendo – e quindi a maggior ragione hanno qualcosa in più rispetto a noi semplici umani.
È solo grazie a questi poteri che fanno cose incredibili: noi, con le nostre limitate abilità umane, non possiamo salvarci da soli.
Salta subito alla mente a questo punto una delle più famose citazioni del teatro di Bertolt Brecht, tratta dall’opera “Vita di Galileo” (1943).
Dopo l’abiura del grande scienziato, che per salvarsi la vita rinnegò le sue corrette scoperte scientifiche, un personaggio commenta in questo modo il suo gesto: “Sventurata la Terra che non produce eroi”. Ma è la risposta di Galileo ad essere passata alla storia: “Sventurata la Terra che ha bisogno di eroi”. Come a dire che l’attesa dell’eroe, del deus ex machina che piomba nel caos e vi mette ordine, spoglia l’individuo della sua azione e della sua creatività.
Se l’umanità ha bisogno di eroi, significa che è un’umanità che aspetta senza agire. Anche la nostra storia risorgimentale e fascista ce lo insegna – Carlo Pisacane, i fratelli Bandiera, Piero Gobetti… – fino a giudici e imprenditori come Giorgio Ambrosoli e altri ancora che hanno cercato di contrastare il sistema mafioso. Ognuno di loro si è immolato per riscattare decine, centinaia, anche migliaia di persone “comuni” ma in realtà potenzialmente uguali a loro che hanno scelto invece di agire nel vizio, nell’ignavia, nella paura.
Quali sono oggi le figure eroiche cui affidiamo i nostri sogni, le speranze, le nostre volontà di riscatto? Ci sono oggi dei personaggi – reali, in carne ed ossa – degni di questo nome? Forse ce ne sono tanti di piccoli più che pochissimi di grandi, e li conosciamo proprio grazie all’iperconnessione della nostra epoca. La domanda è: quanto profonda è la loro impronta? Sono in grado di trasformarsi in modelli di vita per decine, centinaia e migliaia di cittadini del mondo? Cresceranno generazioni di bambini che si ispireranno a loro?
Ecco perché è utile parlare non solo di Batman e di Wonder Woman, ma anche di chi veste i loro panni, letteralmente o metaforicamente, per portare soccorso, aiuto e conforto agli altri più sventurati. Perché ci ricorda che, volendo, tutti noi siamo potenzialmente degli eroi, anche senza superpoteri: dobbiamo solo scegliere attentamente in che modo vogliamo agire.
Per approfondire: http://www.lachiavedisophia.com/blog/non-piu-tempo-deroi/ e http://www.lachiavedisophia.com/blog/eroi-umani-forza-fragilita/ .
(Fonte e foto: La chiave di Sophia).
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