Manuel Tessaro, presidente Federcaccia Vidor, non ci sta a veder dipinta in modo così negativo la categoria dei cacciatori dopo l’episodio avvenuto lo scorso fine settimana a Volpago del Montello.
Purtroppo, come ha raccontato in un’intervista concessa a Qdpnews.it – Quotidiano del Piave Sebastiano Guzzardi, presidente di “Gioia – organizzazione per la protezione degli Animali” – un cacciatore ha colpito inavvertitamente lo zaino di un ragazzo che, insieme alla sua compagna, stava percorrendo in mountain bike la zona della presa 14 del Montello.
La vicenda ha aperto l’ennesimo dibattito sulla sicurezza durante la caccia e sull’opportunità stessa di mantenere viva questa pratica millenaria.
Sul tema si era espresso anche Renato Povelato, vicesindaco di Volpago del Montello, che aveva chiesto ai cacciatori maggiore attenzione quando girano per i boschi del Montello, soprattutto nei luoghi vicini a case e strade o in altri punti sensibili.
Guzzardi, invece, ha parlato di un vero e proprio macello: “Spesso la domenica si continuano a sentire spari e questo a volte avviene anche durante la settimana o nei giorni di silenzio venatorio. Ormai è una situazione fuori controllo. Io mi chiedo perché, a fronte di tutti questi incidenti, non si permetta di cacciare solo nelle riserve di caccia”.
“Credo che il macello (se si vuole chiamare così) – replica Tessaro – sia colpa di chi fomenta l’odio contro la caccia. Ogni anno, all’apertura della stagione venatoria, si cercano alibi contro i cacciatori e la loro attività. Ci dipingono tutti uguali con articoli di giornale solo per screditare il mondo venatorio“.
“Magari i pallini sono arrivati a pioggia e non diretti – continua -. La caccia è regolamentata da una legge nazionale (157/92) e da una legge regionale (50/93), dove è indicato chiaramente di rispettare le distanze da strade e case. Per chi non le rispetta, come è giusto che sia, sono previste delle sanzioni”.
“Non tolleriamo persone – conclude – che mettono a repentaglio la vita altrui con comportamenti sconsiderati. Sono dell’idea che ambientalisti siano anche tanti appassionati di caccia che rispettano l’habitat in cui si muovono e rispettano le regole”.
“Spero che il colpevole venga individuato – gli fa eco Adriano Zanotto della Riserva Alpina di Pederobba – e che gli sia ritirato il porto d’armi. Per colpa di pochi ci rimettiamo tutti”.
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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