Riccardo Fornasier nel consiglio nazionale dei Giovani Imprenditori: “Più spazio ai giovani che lasciano l’Italia”

Nel rinnovo del consiglio nazionale dei Giovani Imprenditori, eletti lo scorso venerdì 26 giugno, tra i membri del Consiglio Centrale per il comitato della Regione Veneto c’è Riccardo Fornasier, 30enne residente a Vidor, che sarà in carica nel mandato 2020-2023.

Abbiamo incontrato il neo-eletto consigliere Fornasier per capire ciò che comporta l’incarico appena ricevuto.

Innanzitutto, Riccardo, quali studi hai fatto?

Dopo la maturità conseguita al liceo scientifico dell’Istituto “Filippin” di Paderno del Grappa, mi sono laureato nel 2013 in Economia e Finanza presso l’università Bocconi di Milano e nella stessa, a breve, conseguirò il Master in Economia del Turismo.

Di che cosa ti occupi?

Al termine del mio percorso di studi, nel 2013, ho deciso di intraprendere un’esperienza lavorativa all’estero (in Oriente), che è risultata essere più breve del previsto per motivi familiari. Sono dunque ritornato in Italia e ho cominciato ad avvicinarmi alle attività produttive nelle quali la mia famiglia paterna risultava essere presente. Il gruppo societario si articolava in diverse aree di interesse: manifattura tessile, costruzioni industriali e produzione vitivinicola. Ad oggi, dopo un riassetto societario, seguo direttamente lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio immobiliare in concerto alla produzione vitivinicola.

Quali hobbies hai?

Sin da bambino ho sempre avuto una forte passione per l’arte, per lo sci e per le auto da competizione.

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Come sei arrivato ad essere tra membri del Consiglio Centrale dei Giovani Imprenditori?

Il mio percorso all’interno dell’associazione prende vita nel 2013 quando per la prima volta mi sono iscritto al Gruppo Giovani di Unindustria Treviso, oggi Gruppo Giovani Assindustria Veneto Centro. Ricordo come se fosse ieri l’esuberante e trascinante energia positiva di Alessia Forte, presidente del Gruppo Giovani all’epoca. Grazie a lei ho cominciato a muovere i primi passi all’interno dell’associazione, capendo sin da subito che era, è e sarà il luogo che desidero frequentare. Un ambiente nel quale le idee, le ambizioni di crescita sia personale che professionale trovano casa. Un posto nel quale il confronto costruttivo fra colleghi risulta essere continuo ed incessante.

Nel 2017 Alessandra Polin, attuale presidente del Gruppo Giovani di Assindustria Veneto Centro, mi onorò volendomi come suo vice presidente con delega al Nazionale. Questa opportunità, se da un lato ha sottratto molto tempo alla mia vita privata, dall’altro mi ha enormemente arricchito, concedendomi la possibilità di potermi confrontare costantemente con tutti gli imprenditori sparsi sul suolo nazionale, facendo tesoro di tutte le loro conoscenze. Grazie a tali esperienze positive, quando si è presentata la possibilità di candidarsi a membro elettivo del Consiglio Centrale mi sono confrontato in concerto con Alessandra Polin ed Eugenio Calearo Ciman, attuale presidente regionale, i quali, sin da subito, mi hanno supportato in questo percorso.

Avete in programma delle iniziative per aiutare i giovani imprenditori, soprattutto in questo periodo di difficoltà?

L’associazione in questo periodo ha svolto un egregio lavoro, che spesso e volentieri non viene pubblicamente valorizzato quanto dovrebbe, specie per quanto concerne le complesse trattative con il mondo sindacale e quello bancario. Il momento storico che stiamo vivendo è un unicum nella storia dell’umanità e ritengo che solamente attraverso il confronto costruttivo fra tutti gli attori della società civile si possa trovare un proficuo equilibrio.

Parlando con i tuoi coetanei imprenditori, quali sono le difficoltà che incontrano al giorno d’oggi nel fare impresa?

Viviamo in un sistema economico che, come tutti ben sappiamo, risulta essere globalmente interconnesso, da un lato ciò ci permette di far conoscere ed apprezzare a livello mondiale le nostre produzioni, dall’altro ci pone delle sfide di competitività industriale che ci vedono, ahimè, in forte ritardo. L’eccessiva burocrazia rallenta sia i processi decisionali che produttivi. La Banca Mondiale ci pone al 56esimo posto sul dove sia più facile fare impresa; nonostante ciò ritengo doveroso ricordare che il nostro paese risulta essere la seconda manifattura del continente e, scendendo nel particolare del nostro territorio, risultiamo essere partner di fondamentale e strategica importanza, grazie alle forti interconnessioni della Germania.

Mi preme inoltre sottolineare quanto poco spazio trovi sulla carta stampata la continua emorragia di giovani altamente formati e qualificati che lasciano il nostro Paese per costruirsi una vita migliore altrove (spesso e volentieri proprio in Germania). Solo attraverso un piano di defiscalizzazione del costo del lavoro risulta essere possibile mantenere nel nostro paese queste risorse così apprezzate all’estero migliorando, di conseguenza, l’efficienza produttiva nella sua globalità.

Come vedi il futuro dell’economia?

John Lennon in “Imagine” ci invita ad immaginare un mondo senza confini, ovviamente questa utopia non prenderà a breve forma, tuttavia vivere in un continente nel quale esiste per cose e persone la possibilità di muoversi liberamente ritengo sia qualcosa di assolutamente fondamentale.

L’Europa, per quanto perfettibile sia, e lo è molto, a mio avviso dovrebbe tendere ad una confederazione di stati così da riportare il baricentro dell’economia mondiale sul nostro continente, potendo così competere a livello globale senza timore reverenziale alcuno. L’Italia come paese fondatore, più che mai, deve in questo avere un ruolo decisivo riscoprendosi la potenza industriale che è saputa essere, abbandonando quanto prima pericolosi ed inutili ragionamenti appartenenti al secolo scorso volti unicamente a distogliere l’attenzione dalle vere sfide che dobbiamo affrontare.

Noi imprenditori abbiamo, a mio avviso, due grandi responsabilità: ascoltare ed informare. Ascoltare i nostri collaboratori, non solo nella veste formale contrattualizzata bensì andare oltre. Capirne le esigenze, le necessità perché attraverso noi e l’associazione che rappresentiamo sia possibile proporre a chi ci governa nuove e più semplici soluzioni. Informare i nostri concittadini su cosa facciamo, sul come lo facciamo e quali risorse preferiamo utilizzare (sostenibili piuttosto che non, ecc.), ricordando che non siamo “prenditori” come qualcuno infelicemente ebbe a dire, bensì realtà che vedono nel progresso e benessere collettivo la più auspicabile aspirazione. Concludo augurando a noi tutti di essere come “La Ginestra” di Leopardi”.

(Fonte: Antonella Callegaro © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Riccardo Fornasier).
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