Vidor, insegnante e cantante: le due vite di Mariachiara Varago. E ora esce il primo album “Come l’aria”

Una passione per il canto fin da piccola, alternata dall’insegnamento alle scuole medie e superiori. Questa è la vita di Mariachiara Varago (nella foto), professoressa e cantautrice di Colbertaldo, Vidor, che da poco più di un anno si è spostata a Verona per “sfondare” nel mondo della musica con l’uscita da poco del primo album: “Come l’aria”.

Com’è nata la passione per il canto?

Direi che il canto è nel mio Dna: ho coltivato fin da bambina questa passione, crescendo in una famiglia dove mio padre cantava nel coro parrocchiale. Papà Franco, ancora adesso, è un bravo baritono e anche mamma Mirella è dotata di una bella voce. Il mio “mito”, da piccola era Orietta Berti, di cui ascoltavo i dischi e cantavo le canzoni. A quel tempo non esistevano smartphone e tablet e si trascorrevano tante ore, giocando allegramente in compagnia. Ricordo che spesso chiamavo a raccolta i bambini della mia età, improvvisando concerti nell’ampia corte di Colbertaldo in cui viveva la mia famiglia. Allora il “microfono”, con tanto di asta, era il manico della scopa che impugnavo davanti ad un pubblico di amichetti, sognando un giorno di esibirmi al Festival di Sanremo”.

Come riesci ad alternare la professione di insegnante a quella di cantante?

Non è facile, ma la grande passione mi ha sempre sostenuta in questo faticoso sforzo, che coniugo anche con quello di mamma di tre meravigliosi figli e compagna di vita. Del resto, molti cantanti, come Roberto Vecchioni ed altri, sono stati e continuano ad essere ottimi docenti, portando avanti ai massimi livelli anche l’attività artistica in veste di affermati cantautori. Al riguardo, vorrei sottolineare proprio la mia vocazione di cantautrice perché, fin da ragazza, ho scritto i testi delle mie canzoni. Brani musicali allegri o impegnati, accompagnati da ritmi e generi musicali anche assai diversi tra loro, che appartengono ai momenti più belli della mia vita e le cui parole restano impresse nella mente, in una sorta di meraviglioso caleidoscopio di sentimenti veri e profondi”.

Che significato ha per te questo primo album?

E’, al contempo, un punto d’arrivo e di partenza perché l’album rappresenta una sorta di “scrigno” contenente emozioni e ricordi indelebili. Brani che partono dall’anima e arrivano dritti al centro del cuore. In “Come l’aria” amore, dolore, pathos e forza trovano completa espressione. Sono canzoni leggere, fresche, profumate e sferzanti, che spero siano apprezzate da chi avrà modo di ascoltarle”.

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Quali altri progetti hai fatto prima di sviluppare questo album?

Parecchi, ma ne cito uno su tutti: lo spettacolo Sono pronta! Ogni donna ha diritto alla propria vita, in omaggio a tutte le donne, creato con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sulle tematiche legate alla violenza di genere. Lo scorso anno è andato in scena, con successo di critica e pubblico, organizzato dall’Associazione Art Dimension, grazie al fondamentale apporto di musicisti, attori e ballerini del Tea Righi Project. Una serata indimenticabile con la quale abbiamo voluto sostenere la preziosa attività dell’Associazione Volontarie del Telefono Rosa di Verona”.

Pensi di fare qualche spettacolo anche qui nel territorio dell’alta marca trevigiana? (Covid permettendo)

Spero proprio di sì. Da una decina di mesi mi sono trasferita a Verona con la mia famiglia, ma le radici restano qui, nell’alta marca trevigiana, dove vivono i miei genitori, i mie fratelli e tanti amici che apprezzano il mio impegno artistico. Anche se Verona mi ha accolto a braccia aperte e mi trovo bene in questa città, ogni tanto vengo da queste parti, dove conservo buoni rapporti anche con le Amministrazioni comunali. Vorrei potermi esibire ancora nella mia terra d’origine, non solo con le canzoni del mio album e lo spettacolo da me ideato, ma anche con i nuovi stimolanti format, come quello dedicato a Lucio Battisti”.

(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Mariachiara Varago).
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