Un’altra tragedia sul lavoro scuote l’Alta Marca. Poco dopo le 14 di oggi venerdì in via Alnè Bosco a Vidor, nei pressi della cantina “La Tordera”, un operaio edile 43enne originario di Conegliano ma residente a Soligo, Valentino Zanutto, è morto sul colpo mentre era al lavoro a supporto di un collega che manovrava una betoniera.
Secondo quanto si è fin qui appreso, l’uomo era impegnato in alcuni lavori finalizzati al rifacimento della casa del custode della cantina, e in particolare un muretto di recinzione. Ad un certo punto, mentre un suo collega era intento a manovrare la betoniera, si è compiuta la tragedia: secondo una prima ricostruzione dei fatti, il braccio meccanico del mezzo pesante si è avvicinato eccessivamente ai cavi dell’alta tensione. Ne è derivata una violentissima scarica elettrica (si parla di 20 mila volt) che ha raggiunto, mentre manovrava il bocchettone, Zanutto, il quale è deceduto praticamente sull’istante lasciando nella disperazione anzitutto la sua famiglia (moglie e due figli di 13 e 8 anni) e tutti quelli che lo conoscevano e gli volevano bene.
Subito dopo la scarica, il collega che era ai comandi della betoniera e uno dei titolari dell’azienda La Tordera hanno tentato di rianimare il 43enne per una ventina di minuti, fino all’arrivo dei sanitari del Suem 118 che però hanno dovuto constatare il decesso.
Sul posto si sono recati, oltre al Suem, lo Spisal, i Carabinieri della stazione di Valdobbiadene e i Vigili del fuoco di Montebelluna. Intervenuti anche i tecnici dell’Enel, che stanno mettendo in sicurezza la linea elettrica.
Il manovratore della betoniera, sotto choc per quanto accaduto, è stato ascoltato dagli inquirenti.
Non si sono fatte attendere le reazioni alla nuova morte sul lavoro: “Non c’è soluzione di continuità alla strage nei cantieri e nelle aziende del nostro territorio. Quante vite dovranno ancora spezzarsi prima che chi deve agire per cambiare la rotta faccia qualcosa? Risposte in termini di interventi e programmazione in tema di sicurezza non ne arrivano ancora, siamo agli sgoccioli ormai e qualcuno dovrà fare i conti con il bilancio drammatico di quest’anno, perché queste tragedie peseranno sulla coscienza di qualcuno”. Queste le durissime parole del segretario generale della Cgil trevigiana Mauro Visentin dopo la tragedia di Vidor.
“Basta – tuona il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini -, deve finire questo scempio sociale e umano che distrugge vite di lavoratori e devasta il futuro dei loro figli, trasformando il lavoro in uno strumento di morte anziché di elevazione umana e sociale. Il mese scorso come Cgil, Cisl e Uil abbiamo presentato unitariamente allo Spisal e alla Ulss 2 una piattaforma con delle linee guida per rendere realmente efficaci le azioni di controllo dello Spisal e potenziare gli organici, e una richiesta di avvio di un confronto urgente sul tema, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta” attacca Paglini. “Qui bisogna capirsi – afferma -: quella degli infortuni sul lavoro è una vera e propria emergenza, non c’è più tempo da perdere, si deve agire subito, e ognuno deve fare la propria parte, perché la ripresa dell’economia e delle attività non può coincidere con questa ecatombe. Controlli, formazione, investimenti sono improcrastinabili per provare a invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra”.
Profondo cordoglio da parte del sindaco di Farra di Soligo, Mattia Perencin: “Una notizia terribile, non ci sono parole davanti a una tragedia così grande – ha detto il primo cittadino – conoscevo Valentino, un lavoratore e davvero una brava persona, come conosco i due figlioletti che frequentano le nostre scuole. Mi stringo forte alla moglie Paola e ai due figli e fin d’ora ci metteremo a disposizione per qualsiasi cosa serva”.
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