Lo stato delle fontane di Vittorio Veneto è stato il focus dell’interpellanza presentata da Mirella Balliana, consigliere del gruppo di opposizione Rinascita civica, durante l’ultima seduta consiliare del 13 giugno.
Secondo Balliana, si tratterebbe di “un problema che si trascina da tempo” e, a tal proposito, il consigliere ha citato il caso delle due fontane del centro e delle fontanelle lungo viale della Vittoria, chiuse e per diverso tempo coperte da alcuni teloni protettivi.
L’elenco di Balliana è poi proseguito con gli esempi della fontana del cardinale Dalla Torre a Ceneda, che “da anni versa in condizioni di progressivo degrado”; le fontane degli Arditi di Salsa sono ancora in attesa di restauro, “programmato e finanziato nel 2018”.
“Perché non sono stati previsti degli impegni di spesa per efficientare le fontane del centro? – è stata la domanda posta dal consigliere durante la seduta – Perché non è ripreso il restauro delle fontane degli Arditi e non è stata inserita nel piano delle ristrutturazioni pubbliche la fontana di Ceneda?”.
In sostanza, secondo Balliana mancherebbe una programmazione delle manutenzioni, necessarie per l’efficientamento delle fontane e tali da garantirne l’apertura.
Quesiti a cui ha risposto direttamente il sindaco Antonio Miatto, il quale non ha negato l’importanza delle fontane a Vittorio Veneto, considerato la presenza di 140 fontane in città.
“Anni fa la Comunità montana si era occupata di alcune decine di fontane”, è la premessa fatta dal primo cittadino, il quale ha poi riferito che solo per quelle del centro il preventivo ricevuto prevede un costo pari a 200 mila euro ciascuna (i lavori riguarderebbero anche i depositi d’acqua sottostanti, necessari al ricircolo).
“Non è una stoccatura a far ritardare, – ha proseguito – è l’elevato impegno di spesa il motivo per cui non le abbiamo messe tra le priorità”.
Lo stesso scenario ha riguardato le fontane degli Arditi, ha chiarito Miatto, il quale ha spiegato che il Comune ha richiesto più preventivi, considerato il conto elevato prospettato. Oltre a ciò, è stato contattato l’Ufficio Consulenze dell’Agenzia delle Entrate, per richiedere la possibilità di avere un “mecenate” in grado di occuparsi del restauro tramite l’Art bonus e il “recupero del 65% delle spese in tre anni”: “Potrebbe essere la soluzione giusta per metterle a posto”, ha commentato il sindaco.
La fontana di Ceneda, inoltre, necessiterebbe di “un grosso lavoro” e “nel progetto della piazza era uno dei capitoli da mettere a posto”, ha riferito Miatto, spiegando che con la Soprintendenza si era addiruttura palesata l’ipotesi di spostare la fontana nella sua posizione originaria del Cinquecento, ovvero “a metà della piazza”.
“Le do comunque ragione che l’acqua sporca, presente dentro, dovrebbe essere tenuta pulita, in attesa di poter fare qualcosa – il commento del sindaco rivolto a Balliana – Sono tutte voci impegnative, quindi è comprensibile che si pensi intanto”.
“Non si inizia mai: la mia sensazione è questa – la replica del consigliere di opposizione – Non solo in questa amministrazione, ma anche nelle precedenti, non è mai iniziata una programmazione di restauro di queste fontane, così importanti per la città”.
“Ogni amministrazione dovrebbe prendersene a carico una e almeno iniziare – ha continuato – Mi desta perplessità il fatto che a giugno queste fontane non siano mai accese. Il nostro centro, senza fontane, rischia ancora di più di essere in difficoltà”.
(Foto: La Tenda Tv).
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