La pandemia, il freddo e la pioggia non hanno fermato nemmeno quest’anno la tradizione vittoriese dei bandòt nella serata del 5 dicembre.
La tradizione vuole che i bambini, insieme a genitori e nonni, preparino lunghi fili con appese delle latte e dei barattoli – ma ogni anno la fantasia non ha limiti – che trascinati a terra fungono, con il loro fracasso, da richiamo per San Nicolò affinché porti doni nelle varie case.
L’appuntamento, organizzato o auto-gestito, è la sera del 5 dicembre. Per le vie vittoriesi anche ieri la carovana dei bandòt ancora una volta ha animato, sonoramente, la serata. Poi i bambini in silenzio sono rientrati a casa, dove hanno preparato un po’ di fieno per l’asinello di San Nicolò e un piccolo ristoro per il santo. Quindi sono andati a letto con l’auspicio che il santo portasse loro un regalo. Un tempo i doni erano caramelle, dolci, frutta secca o mandaranci, che i bimbi la mattina del 6 dicembre trovavano con grande sorpresa nelle loro case.
Ancora una volta l’appuntamento dei bandòt si è così rinnovato. A Forcal, a nord della città, si sono contate domenica sera un centinaio di persone tra bambini e adulti che hanno tenuto viva questa tradizione, così come a Meschio, dove l’animazione è iniziata già nel pomeriggio nell’oratorio parrocchiale tra giochi e racconti, per poi concludere tirando i bandòt per le vie del quartiere e nella piazza. Anche a Ceneda, così come a Serravalle, tanti bambini hanno tenuto viva la tradizione che, di generazione in generazione, viene tramandata di anno in anno.
(Foto: fermo immagine da Stefano Zuddas https://www.facebook.com/tommaso.bisagno/videos/622084248839184).
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