Ad ottobre gli immobili militari dismessi all’asta. E l’iter per il concambio Stato-Comune va avanti. Il sindaco Miatto: “Ormai il più è stato fatto”

Ad ottobre le prime aste dei cinque immobili militari dismessi che lo Stato intende piazzare sul mercato. Ed entro metà luglio i cittadini che lo vorranno potranno presentare le proprie osservazioni relative alla riclassificazione della caserma Gotti come da variante urbanistica al piano regolatore 58/2016.

L’aula civica del Museo della Battaglia martedì ha ospitato la conferenza dei servizi decisoria per la procedura di accordo di programma per la valorizzazione di cinque aree militari dismesse, cioè palazzo Doro Altan, palazzo Marinotti, palazzo Piccin, caserma Tandura e parte della caserma Gotti.

In sede di conferenza, ministero della difesa, Agenzia del demanio, provincia di Treviso e comune di Vittorio Veneto hanno sottoscritto l’accordo di programma finalizzato alla valorizzazione dei cinque siti con contestuale approvazione della variante urbanistica 58 del 2016 per la riclassificazione delle aree.

Ora gli immobili che rimangono allo Stato potranno andare all’asta con le più ampie possibilità di utilizzo, dalla destinazione alberghiera a quella commerciale e altro ancora. Da ottobre, secondo i calcoli fatti dall’Agenzia del demanio, saranno possibili le aste – fa il punto il sindaco Antonio Miatto -. La conferenza decisoria è un altro passaggio obbligatorio dell’iter per la cessione e la valorizzazione dei siti militari dismessi. E non è l’ultimo, perché ce ne sono degli altri, però ormai la collina l’abbiamo superata”.

L’iter era partito nel 2014. L’accordo di valorizzazione prevede una permuta per l’aerocampo di San Giacomo di Veglia e parte della caserma Gotti: lo Stato li cede al comune che a sua volta trasferisce allo Stato la caserma dei carabinieri di via Boni. L’ufficialità della permuta sarà sancita nei prossimi mesi davanti ad un notaio.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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