Se n’è andato all’età di 84 anni, lasciando un grande vuoto in città e in particolare a Ceneda, Carlo Piasentin.
Dopo avere lavorato come consulente nell’edilizia, Piasentin, con l’ironia (e l’autoironia) che gli erano caratteristiche, si definiva su Facebook “da molti anni pensionato e quasi poeta conclamato”. Le sue “quasi poesie”, come amava denominarle, hanno accompagnato nella prima parte di questo secolo le vicende vittoriesi con uno stile impareggiabile: un mix di ironia – a volte pungente ma mai offensiva – garbo e saggezza che aveva accompagnato anche i momenti più difficili della pandemia, quelli del 2020.
Non è dunque un caso se nel 2013 l’Associazione Zheneda, nata per valorizzare la storia e il presente del quartiere, lo aveva nominato “Duca di Ceneda”, anche grazie a questo curriculum che lo stesso Piasentin aveva diffuso: “Dopo essere andato in pensione ho incominciato a scrivere le “quasi poesie” in diaèto zenedése, alle volta mén sbrìnsa qualcheduna in italiàn. Sono state pubblicate su quotidiani e settimanali e da diversi anni ho uno spazio su “Il quindicinale” dal titolo ”Sotto le rime”. Grazie a queste “quasi” e alla loro ironia, alle volte anche graffiante, sono diventato amico di diverse persone anche importanti e “nemico” di poche (a dire il vero) altre. Ho scritto anche la prima commedia in diaèto zenedése ambientata a Zèneda che è stata rappresentata con successo, anche grazie ai bravi interpreti. Da tempo mi trovate anche su Twitter”.
Sulla sua elezione a “Duca”, così scrisse: ” Zèrto, un zarlatàn (appellativo affibbiato ai cenedesi storici ndr), farlo deventàr Duca l’è come ricavàr na caróza da na zuca grazie a.a fata, néa fiaba déa scarpéta che par queàltre fémene l’era stréta.
In te quéa fiaba pò zuca la tornéa co l’ultimo bot de mezanot al sonéa e cussí ànca sto zarlatàn, vedaré, al tornarà zuca, ma cóe scarpe ai pié”.
Nel 2018 Carlo Piasentin aveva perso l’amatissima moglie Cosetta. I suoi familiari riceveranno l’abbraccio degli amici e della città nel funerale che sarà celebrato sabato alle 10 nella Cattedrale della “sua” Ceneda.
“Una grande perdita – afferma Aldo Bianchi, presidente dell’associazione Zheneda -. Un Cenedese doc che è stato per un anno il duca di Ceneda, eletto dalla nostra associazione. Abbiamo eletto per diversi anni vari duca di titolo medio che raccontavano la storia di Ceneda. Un vero cenedese zarlatan de Zeneda, che ha divulgato il nostro dialetto ottenendo svariati premi”.
(Foto: Facebook).
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