Procedono senza indugio i lavori di demolizione della storica sede dell’Ipsia vittoriese in viale Vittorio Emanuele II, nel “campus” scolastico superiore della città.
All’inizio di quest’anno comparirono i primi cartelli e le prime barriere del cantiere che darà compimento al progetto condiviso da Provincia di Treviso (titolare dell’istituto) e Comune di Vittorio Veneto, per un valore complessivo di oltre 11,7 milioni di euro, in gran parte coperti da fondi del piano “Next Generation EU” e per il resto da conto termico e Sant’Artemio.
Mentre gli studenti dell’Ipsia continuano a frequentare le lezioni nella sede del Seminario vescovile di Ceneda, ruspe e maestranze hanno concluso, o quasi, la demolizione del vecchio edificio in centro città.

I lavori, affidati all’impresa opitergina Setten Genesio Spa, sono quasi invisibili agli occhi di residenti e passanti: l’intero perimetro dell’ex Ipsia è stato recintato con alte barriere di colore blu ma qualcosa, ingegnandosi, si riesce a intravedere.

L’abbattimento di una scuola in cui hanno studiato generazioni di vittoriesi, e non solo, non lascerà indifferenti chi ha frequentato le lezioni, chi ci ha insegnato e chi ci ha lavorato ad altro titolo, ma il futuro è segnato: l’ex Ipsia rinascerà nel giro di un paio d’anni, dopo la sua completa demolizione, come scuola NZEB (Nearly Zero Energy Building), e quindi completamente ecosostenibile.

La conclusione dei lavori in via Vittorio Emanuele II, come annunciato nei mesi scorsi dal presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, è prevista nel 2025.

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