Se n’era andato in silenzio a fine aprile, accudito dalle cure di Toni De Luca e degli alpini del reparto salmerie della Sezione Ana di Vittorio Veneto. Stiamo parlando del “Generale Iroso”, l’ultimo mulo alpino ad aver fatto la naja, salvato da macellazione sicura da Toni De Luca e dagli altri alpini vittoriesi.
Iroso è stato accudito ed amato tanto da aver vissuto 40 anni (l’equivalente di 120 anni per l’uomo). Così Iroso è diventato un vero e proprio simbolo per le penne nere, tanto che oggi, sotto il palco delle autorità, quando gli alpini del reparto salmerie hanno sfilato col il basto appartenuto al glorioso mulo, il governatore del Veneto Luca Zaia è sceso con gli occhi lucidi, visibilmente commosso, per omaggiare Iroso.
Zaia ha parlato di Iroso, definendo la sua come la perdita “di un animale, di un amico e di un pezzo della nostra storia”. Zaia oggi ha rappresentato al meglio i sentimenti non solo degli alpini, ma anche dei veneti, gente abituata a lavorare “da uno scuro all’altro”, gente semplice che si può affezionare sinceramente anche ad un mulo, soprattutto se il mulo è una vera icona dell’alpinità come Iroso.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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