Mancano poche ore alla ricorrenza del Santo patrono di Vittorio Veneto: sarà grande festa domani lunedì 16 gennaio in tutto il territorio tra Piave e Livenza, nel giorno della memoria dell’antico vescovo della Diocesi (che fu) di Oderzo.
Proprio in occasione di questa solennità, domani alle ore 9.30 in piazza Giovanni Paolo I, sul sagrato dove sorge la cattedrale, si terranno la presentazione e la benedizione del restauro delle facciate, eseguito nei mesi scorsi (qui l’articolo). L’intervento, particolarmente complesso dal punto di vista tecnico e architettonico, ha restituito la facciata originaria del 1917, e la Cattedrale si presenta in uno stile di raffinatezza stilistica, avvolta da una finitura delicata, morbida, con una leggera trasparenza, con pietra e intonaco di colorazione calda.
Alle ore 10 si proseguirà all’interno della chiesa dedicata a Santa Maria Assunta per il solenne pontificale di San Tiziano, celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova, già presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) e del Consiglio delle conferenze dei vescovi dell’Europa.
Nella sua tappa in diocesi, Bagnasco guiderà gli Esercizi spirituali per sacerdoti in programma fino al 20 gennaio nella Casa di spiritualità e Cultura “San Martino di Tours” e farà visita alla parrocchia del Duomo di Oderzo, dove oggi domenica alle 18.30 presiederà la messa nei primi vespri di San Tiziano, concelebrata dal vescovo diocesano Corrado Pizziolo e animata dalla Schola Cantorum di Oderzo. Nel corso della sua permanenza nella città opitergina, al cardinale saranno illustrati in forma privata i tesori religiosi e artistici custoditi nel Duomo, nel museo e nell’archivio parrocchiale.
Come riporta il sito della Diocesi vittoriese, proprio Oderzo fu il cuore della vita pastorale e spirituale di San Tiziano, vescovo tra il 610 e il 632 circa dopo Cristo. Tiziano, appartenente ad una famiglia facoltosa, era nativo dell’isola di Melidissa, chiamata poi Eraclea. Allora Oderzo (Opitergium) era l’unico centro importante di tutta la zona dell’entroterra, probabilmente collegato a Ceneda con una strada. Nella sua adolescenza San Tiziano fu inviato a Oderzo, dove era vescovo San Floriano. Crescendo in età, Tiziano sentì maturare in lui la vocazione al sacerdozio: avendo poi dato prova di un’eccellente preparazione pastorale, a San Tiziano fu affidato l’incarico di economo e di arcidiacono della Chiesa opitergina, trovando modo di esercitare in larga misura la carità verso i poveri.
Dopo la rinuncia all’episcopato da parte di San Floriano, clero e popolo opitergini non trovarono nessuna persona più degna di San Tiziano a succedergli come pastore e guida. Secondo l’antica tradizione, egli fu vescovo di Oderzo per circa 25 anni.
San Tiziano, ricco di virtù e meriti, morì nell’anno 632 d. C. circa, il 16 gennaio. Fu deposto in sepolcro distinto nella chiesa della sua città, dove il popolo accorse subito numeroso a venerarlo come santo, riconoscendone i grandissimi meriti acquistati in vita e testimoniando i molti miracoli che si ottenevano per sua intercessione. Seguirono contrasti tra parenti e concittadini di San Tiziano, della nativa Eraclea, e gli stessi opitergini per rivendicare le reliquie di un Vescovo tanto amato per i miracoli ottenuti per sua intercessione. In base alla tradizione, il corpo del Santo venne trafugato di notte dai primi, che cercarono di raggiungere in barca il Livenza attraverso il Monticano. E qui interviene l’antica leggenda, secondo la quale alla fine il corpo del Santo arrivò e fu collocato a Ceneda con tutti gli onori nell’antica chiesa dedicata alla Madonna Assunta. La diocesi di Vittorio Veneto lo venera da più di un millennio come Patrono principale.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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