Il suo costo (11 milioni di euro) può fare paura, ma il progetto della Ciclovia dell’Amicizia va avanti: nei giorni scorsi la giunta Miatto ha approvato il progetto generale di fattibilità tecnico – economica firmato dall’ingegnere di Sedico Massimo Cervo.
Tale progetto, spiegano sindaco e assessori, “costituisce le linee di indirizzo per la progettazione dei successivi stralci funzionali finalizzati alla completa esecuzione degli interventi previsti nello stesso”. Tali interventi “verranno realizzati per successivi stralci funzionali, compatibilmente con gli stanziamenti di bilancio e di eventuali finanziamenti che dovessero sopravvenire”.
Del progetto, in città, si parla già dal 2019, quando la stessa giunta Miatto approvò la fattibilità delle alternative progettuali con l’inserimento di alcuni tratti su viabilità già esistente o nuovi percorsi dedicati alla viabilità rispetto all’esistente tracciato che collega Monaco di Baviera con Venezia: un documento finalizzato alla realizzazione di un primo stralcio funzionale da 500 mila euro, che dovrebbe concretizzarsi nel 2023.
La lunghezza del tracciato “vittoriese” della Monaco – Venezia è stata stimata dall’amministrazione comunale in 12 chilometri, di cui 10 in nuova sede, valutando nel contempo i possibili collegamenti e raccordi con la viabilità ciclabile cittadina esistente, oltre che in relazione a possibili sviluppi futuri.
Il progetto dell’ingegner Cervo si divide in una parte generale, un progetto ciclabile, un capitolo dedicato agli espropri e uno per i computi metrici. Il quadro economico indica un importo totale di progetto pari a 11 milioni, di cui 8 milioni per lavori e 3 milioni per somme a disposizione dell’amministrazione.
Cifre non semplici da reperire, ma l’amministrazione vittoriese non demorde: “Stanno finanziando piste ciclabili in tutto il Veneto, prima o dopo toccherà anche alla Ciclovia dell’Amicizia – pronostica l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Bruno Fasan – si tratta di un percorso che partirebbe dalla Sella di Fadalto arrivando a Carpesica, congiungendosi con la pista che scende dall’Alpago. Una sorta di “Dobbiaco – Lienz” prealpina, facilmente raggiungibile da tutta la pianura, grazie ai caselli autostradali e alle stazioni ferroviarie, che nel nostro territorio comunale non mancano, così come i laghi”.
Sarà “compito dell’amministrazione – conclude Fasan – affiancare al progetto di rigenerazione urbana la creazione di luoghi di accoglienza e servizi per riportare in Val Lapisina quel turismo che l’avvento dell’A27 ha portato via”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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