Come noto e ampiamente diffuso da tempo anche sul sito del Comune di Vittorio Veneto, il prossimo 9 marzo verrà presentata al pubblico in modalità telematica dalla ditta La Serika srl la progettazione relativa ai lavori di “Installazione di un impianto idroelettrico a coclea idraulica lungo il fiume Meschio presso la derivazione d’acqua nell’area ex Carnielli”.
E già si iniziano a sentire i venti di guerra delle voci contrarie alla installazione dell’impianto contro il quale sono anche state presentate delle osservazioni, tra l’altro anche da Alì Immobiliare che ha acquisito l’area sulla quale effettuare le bonifica.
A dare la stura alla protesta anche Rinascita Civica-Partecipare Vittorio che sottolinea come nessuna osservazione sia stata mossa dal Comune, mentre Alì e altre 5 associazioni hanno manifestato la contrarietà.
Con loro infatti le osservazioni sono state presentate da Pd, Legambiente, l’Associazione pescatori del Meschio e il Consiglio di quartiere del Centro.
“Alì, il supermercato che ha acquistato l’ex Carnielli – spiegano i consiglieri di minoranza -, presenta 7 pagine di osservazioni per dichiarare la sua contrarietà alla realizzazione della centralina, il comune di Vittorio Veneto non presenta neanche una riga. Effettivamente lascia perplessi il fatto che per l’amministrazione Miatto non esista nessuna perplessità o motivo di preoccupazione per l’ennesima centralina sul fiume Meschio per la quale la società Serika srl chiede la concessione“.
Secondo la protesta di carattere ambientalistico lungo il Meschio ci sarebbe una centralina ogni 500 metri in centro città e 20 lungo tutto l’asse del suo corso.
Si evidenzia come il fiume e l’avifauna, e lo stesso paesaggio vengano messi in pericolo dalle centraline “Che servono principalmente al profitto dei privati che le sfruttano – scrivono i consiglieri di Rinascita Civica – . Mentre la principale motivazione di contrarietà è la presenza di un sito inquinato la cui bonifica dovrebbe essere anteposta a qualsiasi ipotesi di intervento”.
“Addirittura Alì – concludono – ritiene che “non possa essere in alcun modo valutato positivamente un progetto, da realizzarsi in un sito inquinato, la cui attuazione è condizionata ad una (futura e non certa) bonifica dell’area di intervento da parte di un soggetto diverso dal proponente. Il che è tutto dire”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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