“Se temo l’espulsione? Mi fa più paura il mal di denti” non usa giri di parole (qualora lo avesse mai fatto) Toni Da Re all’indomani della sua uscita offensiva su Matteo Salvini “è un cretino ndr”. Offesa che potrebbe valerli una raccomandata direttamente dalla milanese via Bellerio (sede della Lega Nord) con all’interno l’espulsione dal partito.
Da Re non ha mai usato giri di parole nel momento di esprimere il proprio disappunto nei confronti di Matteo Salvini, sia per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto sia per la candidatura del generale Vannacci alle europee, ma pare che questa volta l’offesa non sia particolarmente stata gradita dal leader del carroccio.
I tempi del provvedimento – se mai dovesse esserci – non sono ancora chiari ma pare che potrebbe arrivare prima delle elezioni europee. L’uscita di Da Re dal partito potrebbe però avere anche delle conseguenze sulle elezioni comunali di Vittorio Veneto.
Non è escluso che “il baffo” come viene chiamato nella città della vittoria, senza più far parte di un partito e conseguenti ordini di scuderia da rispettare, decida di correre per la poltrona di primo cittadino, magari con una lista civica. Situazione questa che potrebbe sottrarre voti al leghista Gianluca Posocco che – anche se non ufficiale – sembra il candidato naturale del centrodestra per il dopo Miatto.
All’interno della Lega trevigiana gli animi sono in subbuglio: c’è chi come il governatore Luca Zaiacerca di non immischiarsi “è un tema del partito non voglio commentarlo. Con Toni questa mattina ci siamo solo salutati”.
“Il dibattito interno va bene ma non bisogna scivolare in offese – afferma il sindaco di Treviso Mario Conte prendendo le distanze – è una posizione un po’ complicata quella di Da Re. Vanno rispettate le idee di tutti ma sono le modalità in cui vengono espresse che fanno la differenza”.
Spera invece in una ricucitura dello strappo il capogruppo in consiglio Regionale Alberto Villanova “spiace perché Toni fa parte della storia della Lega. Penso che sia il momento di concentrarsi sul fatto che gli avversari sono al di fuori del partito e non all’interno”. “La politica non deve mai arrivare alle offese personali” afferma invece il parlamentare Gianangelo Bof.
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