“Giovani note crescono” è il commento che sorge spontaneo di fronte all’esperienza di Alessia Toffoli, studentessa 17enne di Ragioneria a Vittorio Veneto, oggi in viaggio verso Sanremo. Alessia ha deciso di seguire la propria passione per la musica, una passione così forte da averla portata a partecipare alle selezioni di Sanremo Giovani, dove è arrivata fino in semifinale. Ora quella stessa passione la sta conducendo verso l’appuntamento con “Sanremo Music Awards”, competizione nata nel 2001 da un’idea di Nicola Convertino e che vedrà la finale domani, giovedì 8 febbraio, alle ore 21. Oltre ad Alessia, altre due giovani venete si metteranno alla prova, ovvero Sabrina Stefano ed Elisa Toffoli.
QDP. Come sei arrivata a Sanremo Giovani?
AT. All’ultimo mi sono iscritta online nell’area di Sanremo Tour per poter cantare a Sanremo Giovani e, dato che non erano previste delle tappe in Veneto, a novembre sono andata a Milano per fare i provini. Siamo partiti in 3.000, numero che è stato scremato in 300 concorrenti per poi arrivare alla semifinale di dicembre dove eravamo in 200 al Palafiori di Sanremo.
QDP. Quanto è durata l’esperienza?
AT. A Sanremo siamo rimasti circa 3 giorni, dove durante il giorno facevamo dei corsi di musica tenuti da artisti come Valeria Rossi, Alexia e compositori di artisti come Giorgia e Vasco Rossi, poi alla sera si disputavano le gare per poter accedere alla finale di Sanremo Giovani. Lì ho conosciuto Leonardo Monteiro, che è stato poi il vincitore della gara. Durante le lezioni dovevamo esibirci in cover e presentare delle nostre canzoni, intanto eravamo osservati e valutati anche in quel frangente. Nel mio caso ho cantato un brano di cui avevo scritto sia le musiche che il testo e dal titolo Se per un istante.
QDP. Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?
AT. La fatica più grande è stata sicuramente la tappa di Milano perché essendomi iscritta all’ultimo e non avendo previsto di passare il turno, mi sono ritrovata a mezzanotte a dover imparare una canzone per il giorno dopo. Infatti non si poteva portare la stessa canzone a tutte le selezioni e neppure cantare solo in inglese o italiano, quindi ho studiato Caruso di Lucio Dalla, brano che ho dovuto tagliare dato che bisognava tassativamente rispettare un tempo pari a 2 minuti e 40 secondi. Ho scelto questa canzone di Dalla, perché l’anno scorso al Sanremo Music Awards avevo visto l’esibizione di Iskra Menarini, la corista dello stesso Dalla, sulle note di Caruso: quella canzone mi ha portato fortuna.
QDP. E il ricordo più bello di questa esperienza?
AT. Il ricordo più bello è stato senz’altro la selezione al Palafiori di Sanremo, quando hanno proiettato il video con tutti i vincitori di Sanremo, tra cui Gigliola Cinquetti che apprezzo molto, vincitrice nel 1964. Al Sanremo Music Awards mi auguro di divertirmi e di portare la canzone che canterò, Tutta colpa mia di Elodie, al cuore della gente, perché penso che la vera vittoria sia quella di riuscire a comunicare con le persone. Vediamo come va, sicuramente il prossimo anno mi piacerebbe ritornare, perché penso che ogni esperienza, come l’arrivo in semifinale a Sanremo Giovani, possa dare materiale di ispirazione”.
QDP. Immagina che un adolescente come te voglia provare a mettersi in gioco, che cosa gli consiglieresti?
AT. Se un mio coetaneo desiderasse tentare come ho fatto io sicuramente gli direi di provare a iscriversi a tutti i concorsi possibili, perché è utile mettersi nella condizione di ascoltare se stessi e fare dell’autocritica. Ma allo stesso tempo, se c’è la possibilità, consiglierei anche di esibirsi in qualche serata: partecipando solamente ai concorsi il rischio è di cantare solo nell’ottica di dover vincere una competizione, quando non deve essere così. Personalmente mi esibisco soprattutto in estate: in inverno al momento non è possibile, perché il giorno dopo bisogna alzarsi e andare a scuola.
(Intervista a cura di Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it).
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