Alla base delle imprese più memorabili nella vita di una persona c’è quasi sempre la passione. E come può non esserci una passione sconfinata per binari e traversine nata in tenerissima età dietro alla decisione del 42enne vittoriese Alessandro De Nardi di toccare, viaggiando in treno, tutte le 21 regioni e province autonome d’Italia, partendo dalla Sardegna e finendo, prima del ritorno a casa in Val Lapisina, in Friuli Venezia Giulia?
“Tra l’8 e il 21 agosto ho percorso 6.278 chilometri utilizzando 80 collegamenti, di cui 73 treni regionali, due bus sostitutivi, due Intercity, due tram e una nave traghetto (nello Stretto di Messina) con il treno dentro” snocciola De Nardi, esponente dell’associazione TreniBelluno, che ha tenuto anche un piccolo diario social del suo #giroditaliaintreno, come recita l’hashtag dedicato.
Piccola curiosità: domenica 22, giorno successivo al rientro a casa, De Nardi è salito a bordo di almeno un paio di corse tra Belluno e Venezia. Se non è passione questa… “Mi sono chiesto più volte dove sia nata – ammette il super viaggiatore – e la risposta che mi sono dato in modo semiserio è che mia madre, quando io avevo solo pochi mesi, mi portava a trovare i nonni percorrendo circa mezzo chilometro accanto ai binari della ferrovia”.
Come è nata l’idea di toccare in treno tutte le regioni, e perché proprio in tempo pandemico?
“La pandemia ha bloccato me e tanti altri a casa per un lungo periodo, quindi adesso la voglia di viaggiare è tanta. Sulle orme di un vecchio libro di Paolo Rumiz in cui l’autore girava l’Italia in treno, mi sono detto: perché non farlo anch’io, visitando anche Sicilia e Sardegna, due regioni dove prima non avevo mai messo piede, o quasi?”.
E proprio dalle isole maggiori è iniziato il Giro…
“Sì, per prima cosa sono arrivato in Sardegna, dove in 5 giorni ho visitato un po’ tutta la regione e le sue linee ferroviarie. Poi con un altro volo ho raggiunto la Sicilia e ripreso il Giro da Trapani toccando poi Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Messina, Catania, lo Stretto attraversato a bordo di un treno trasportato su una nave traghetto. Ho poi risalito lo Stivale via Reggio Calabria, Cosenza, Sibari, Metaponto, Potenza, Foggia, Vasto, Benevento, Caserta, Roma. Dalla Capitale ho percorso tutta la linea tirrenica e quindi Pisa, Viareggio, La Spezia, Genova, Savona, Torino. Ho “piantato la bandierina” in Val d’Aosta con un blitz mattutino Torino-Aosta-Torino, quindi Milano centrale, Pesaro, Verona, Ora (Bolzano), Trento, Sacile e Vittorio Veneto. È stato un viaggio che mi ha reso molto contento avendomi permesso di vedere molte belle località, anche se non sono mancati momenti di scoramento, in particolare fra la Puglia e l’Abruzzo per la mancanza di collegamenti regionali che mi ha costretto a “ripiegare” su un Intercity, e a Trento per una mia piccola disattenzione. Non ho usato treni ad alta velocità, ho prediletto il più possibile quelli “lenti”, una scelta ben ponderata in nome del turismo “slow”. La passione per treni e ferrovie mi ha spinto a vivere queste due settimane così intense. Ho viaggiato da solo, ma in realtà chi viaggia in treno non è mai solo”.
Un motivo valido per usare il treno al posto dell’auto?
“Si sta comodi, si possono fare un sacco di cose durante il viaggio, e c’è qualcun altro che guida per te”.
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