Dal Kenya a San Giacomo di Veglia per farsi suora: ora Patricia è una novizia del Monastero cistercense

È un volto della Chiesa universale: arriva dal lontano Stato africano del Kenya suor Maria Stefania, al secolo Patricia, la novizia del Monastero di San Giacomo di Veglia. Lunedì 22 agosto, nel giorno di Santa Maria Regina e di Santa Augusta, copatrona della diocesi di Vittorio Veneto, è stata grande festa per la comunità di monache cistercensi con il rito di entrata nella comunità religiosa di suor Maria Stefania. 

Come spiega l’abbadessa Madre Aline Pereira Ghammachi, la cerimonia ha visto susseguirsi diversi momenti significativi: “La presa dell’abito, il taglio di una ciocca di capelli e il cambio di nome”. Per quest’ultimo elemento, “in alcuni casi non si cambia – precisa la madre -, ed è una scelta che la postulante compie assieme all’abbadessa”.

Suscita curiosità la storia della 44enne kenyota Patricia, nata a quasi seimila chilometri di distanza dalla comunità vittoriese dei Santi Gervasio e Protasio: “Ha conosciuto il nostro Monastero per mezzo di amici in comune e ha trascorso un periodo di esperienza da noi” dice madre Aline. Poi, la richiesta di entrare nel postulantato, prima tappa verso l’ordine monacale. Lunedì scorso, dopo un anno, c’è stato il rito di ingresso, e ora l’abito di novizia resterà per due anni tutto bianco.

“A Dio piacendo, tra due anni suor Maria Stefania farà i primi voti e poi, dopo tre o quattro anni, professerà i voti solenni o perpetui, cioè per tutta la vita – conclude madre Aline -. Il cammino è ancora lungo, ma confidiamo che prosegua con lo stesso spirito di fede e amore a Dio che l’ha portata a lasciare tutto per seguire Gesù, in un ambiente totalmente diverso da quello di origine. Auguriamo tanta perseveranza e gioia a suor Maria Stefania, che accogliamo con grande affetto!”.

Una comunità di clausura internazionale, dunque: del resto, nel Monastero di piazza Fiume – che conta 25 suore – si parlano diverse lingue da molto tempo. La stessa abbadessa è nata dall’altra parte del mondo, nel grande continente sudamericano: madre Aline, 38 anni, è brasiliana, originaria di Macapà, nel cuore dell’Amazzonia, e guida il monastero vittoriese dal 2018 (qui il servizio di Qdpnews.it): pur vivendo costantemente all’interno delle mura monacali, il suo – come quello di tutta la comunità – è uno sguardo di apertura al mondo e alle nuove esigenze dell’oggi.

(Foto: Facebook Monastero cistercense dei Santi Gervasio e Protasio – Linea).
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